“Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid”
(MeridianaNotizie) Roma, 5 dicembre 2013 – Il padre della lotta contro la segregazione razziale in Sud Africa, Nelson Mandela, è morto. L’annuncio è stato dato dal presidente sudafricano Zuma.
“Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre”, ha detto nel suo annuncio Zuma, che si è rivolto ripetutamente a Mandela col suo popolare e affettuoso soprannome: Madiba.
Il Sudafrica era da mesi con il fiato sospeso per le condizioni di salute dell’ex presidente Mandela, eroe della lotta all’apartheid. Nel 1993 fu insignito del premio Nobel per la Pace.
Nelson Rolihlahla Mandela è stato un politica sudafricano, primo presidente a essere eletto dopo la fine dell’apartheid nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993 insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk.
Fu a lungo uno dei leader del movimento anti-apartheid ed ebbe un ruolo determinante nella caduta di tale regime, pur passando in carcere gran parte degli anni dell’attivismo anti-segregazionista. Protagonista insieme al presidente Frederik Willem de Klerk dell’abolizione dell’apartheid all’inizio degli anni Novanta, venne eletto presidente nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, rimanendo in carica fino al 1999. Il suo partito, l’African National Congress, è rimasto da allora ininterrottamente al governo del paese. Mandela è il cognome assunto dal nonno. Il nome “Rolihlahla” (letteralmente “colui che provoca guai”) gli fu attribuito alla nascita; “Nelson” gli fu invece assegnato alle scuole elementari. Il nomignolo Madiba è il suo nome all’interno del clan di appartenenza, dell’etnia Xhosa.
Nel 1961 divenne il comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe dell’ANC (“Lancia della nazione”, o MK), della quale fu co-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio contro l’esercito e gli obiettivi del governo, ed elaborò piani per una possibile guerriglia per porre fine all’apartheid. Raccolse anche fondi dall’estero per il MK, e dispose addestramenti para-militari, visitando vari governi africani. Nell’agosto 1962 fu arrestato dalla polizia sudafricana, in seguito a informazioni fornite dalla CIA, notizie che però lo stesso Mandela nella sua biografia ritiene non attendibili, e fu imprigionato per 5 anni con l’accusa di viaggi illegali all’estero e incitamento allo sciopero.
Durante la sua detenzione, durata appunto 26-27 anni, Mandela lesse molti testi, poemi, poesie, liriche, libri in lingua afrikaner(olandese) e inglese, lingua che nel corso della detenzione imparò a perfezione conoscendo grammatica e parlato del gergo comune. In particolare come spiegò il presidente dopo l’elezione come capo-guida della Repubblica del Sud Africa, una poesia in inglese del poeta Britannico William Ernest Henley, del 1875, dal nome Invictus, dal latino “invitto”, o “invincibile” della raccolta Vita e Morte (Echi), pubblicata per la prima volta nel 1888 all’interno del libro Book of Verses. Questa poesia per Mandela è stata, la principale causa del suo continuare la vita in prigione nell’arco di 26, lunghi anni. La poesia viene anche presa come fonte d’ispirazione per il lungometraggio di Clint Eastwood, Invictus, con la partecipazione dell’attore Matt Damon, nel ruolo del capitano degli Springbok, anno 1990–1995,François Pienaar, e di Morgan Freeman.
La Redazione
Altre videonews di Cronaca
Autista disperato, litiga al cellulare con la ex moglie e lascia a piedi suoi passeggeri
Cinque pusher finiti in manette, con loro 6kg tra hashish cocaina e ecstasy
Stop alle auto inquinanti per il 6 dicembre, fascia verde off limits