(MeridianaNotizie) Roma, 8 febbraio 2014 – Ci sono almeno tre persone già indicate dalle forze dell’ordine per legami con la criminalità del litorale ed in particolare di Ostia, tra i gestori delle 24 sale adibite alla raccolta di scommesse sportive chiuse in quanto prive delle prescritte autorizzazioni previste dalla vigente normativa di settore. Il dato emerge dalle verifiche degli agenti del commissariato di Ostia, diretti da Antonio Franco, che, insieme agli uomini della guardia di finanza hanno svolto l’operazione “final bet”. Le indagini sono scattate a seguito di numerose segnalazioni pervenute da parte di genitori e familiari, in relazione al gioco compulsivo delle scommesse sportive con coinvolgimento anche di minori e padri di famiglia.
Di qui è iniziato un controllo minuzioso di tutti quei locali dove si svolgevano raccolte di scommesse sportive alcuni dei quali erano anche vicini a scuole e chiese, circostanza questa invece vietata dalla normativa. Sono 45 le sale complessivamente controllate, 24 sono risultate operare illegalmente e sono state chiuse in quanto non solo prive di autorizzazioni ma anche perchè usavano connessioni con società di scommesse non autorizzate ad operare in Italia. I centri scommesse chiusi erano così distribuite: 15 ad Ostia, 3 ad Acilia, e a Dragona, una a Casal Palocco, tre all’Infernetto. Deferiti tutti i 24 titolari dei locali all’autorità giudiziaria di cui tre appunto risultano avere rapporti con la criminalità organizzata di Ostia, ma non si esclude che anche altri possano avere legami analoghi. Chi indaga vuole quindi ora verificare se le sale potessero essere al centro di attività di riciclaggio di denaro frutto di proventi illeciti. Le attività di accertamento infatti si sono concentrate sulla verifica delle concessioni governative e delle autorizzazioni di polizia nonché sul monitoraggio dei frequentatori.
Tali mirati controlli sono stati appunto finalizzati anche a documentare la presenza di eventuali soggetti legati alla criminalità organizzata, che attraverso prestanome, avrebbero potuto infiltrarsi nella gestione di tali attività per riciclare denaro proveniente da illeciti guadagni. Gli accertamenti espletati hanno evidenziato che un gran numero di soggetti, fisici o giuridici, avevano intrapreso tali attività senza le prescritte autorizzazioni. I gestori degli esercizi ora chiusi, a fronte dei rilievi mossi, hanno sostenuto di operare in ragione di presunte norme per la libera concorrenza del Diritto Comunitario. Alle operazioni di notifica e chiusura, che hanno avuto inizio ieri pomeriggio, ha partecipato personale del Commissariato di polizia Lido di Roma, del Reparto Prevenzione Crimine Lazio della Polizia di Stato e militari del Nucleo Operativo del II Gruppo Roma della Guardia di Finanza.
Servizio di Domenico Lista
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