(MeridianaNotizie) Milano, 10 febbraio 2014 – Nove persone denunciate con applicazione di sei misure cautelari di cui tre arresti domiciliari disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari di Lodi. E’ questo il risultato dall’operazione “MAKY” portata a termine oggi dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale. E’stato ipotizzato e riconosciuto il reato di associazione a delinquere per i crimini legati al maltrattamento e traffico illecito degli animali. Le ipotesi di reato sono: traffico illecito di animali di età inferiore alle 12 settimane, esercizio abusivo della professione medica, frode in commercio, maltrattamento di animali e detenzione produttiva di gravi sofferenze.
L’operazione, avviata nel 2012, ha permesso di giungere attraverso un lungo lavoro di ricerca, all’individuazione di tutta la banda e non solo dei trasportatori e dei meri esecutori.
Gli interventi del Corpo forestale, hanno portato al sequestro di n. 88 cuccioli, anche a seguito di numerose perquisizioni. Durante l’attività odierna i Forestali hanno rinvenuto anche altri quindici cani di provenienza estera di cui si sta valutando la corrispondenza con i documenti.
Complesse e articolate le modalità di commissione dei reati ovvero si è rilevata una vera e propria struttura organizzata con forte vincolo associativo.
Particolarmente spregevole la modalità con la quale venivano commessi i reati in ragione della detenzione e del trasporto dei cuccioli che avveniva da Ungheria e Slovenia in contenitori di cartone o gabbie per polli, assolutamente inidonei e contrari alla natura degli animali, dentro i bagagliai delle auto, privi di luce ed aria. I cuccioli venivano sottoposti a sevizie, vessazioni e maltrattamenti insopportabili con trattamenti sanitari inutili e dannosi per mascherare eventuali patologie e l’età molto minore rispetto a quella poi dichiarata all’atto di vendita.
Tali pratiche venivano svolte grazie all’ausilio fondamentale di un medico veterinario, coinvolto nel crimine in violazione del codice deontologico della professione alla quale il medico dovrebbe essere sottoposto. Il veterinario, infatti, prescriveva e somministrava farmaci quali “Stormogil” e “Drontal” per coprire le carenze vaccinali ed inoculava microchip negli animali compilando falsi libretti sanitari. Nei libretti veniva manomessa l’età, la provenienza e le condizioni sanitarie dei cuccioli. Questa “ripulitura” operata principalmente dal veterinario ma anche col supporto di altri membri del gruppo, rendeva i cuccioli pronti ad essere immessi sul mercato grazie alla falsificazione dei documenti e all’inoculazione dei microchip “italiani”, e poi venduti in tutta Italia prioritariamente attraverso il canale di internet.
Grazie all’attività investigativa del Corpo forestale dello Stato, svolta anche attraverso le intercettazioni telefoniche, è emersa la sussistenza di un disegno criminoso portato avanti con vincolo associativo: associazione a delinquere in cui tutte le persone coinvolte avevano un determinato ruolo finalizzato alla commercializzazione dei cuccioli, con la falsificazione dei documenti dei cani per farli passare per regolari.
I profitti sono altissimi e l’utilizzo del complesso sistema criminoso approntato ne è la prova, così come lo svilimento della professione medica di veterinario tanto da far sì che lo stesso non solo operasse in violazione della legge e contro ogni codice etico deontologico, ma che permettesse perfino a personale non medico di operare direttamente sui cuccioli inoculando i chip sotto pelle.
L’importazione illegale riguardava razze pregiate quali Cavalier King, Spitz, Chiuaua e Akita, provenienti principalmente dall’Ungheria e dalla Slovenia e l’organizzazione di uomini e mezzi operava programmando l’attività così come comprovato dalla pluralità degli episodi criminosi monitorati che, unita alla manifesta persistenza nel commetterli, denotava chiaramente la piena intenzionalità di svolgere in maniera professionale sia l’introduzione illecita dei cuccioli da compagnia che la successiva vendita fraudolenta.
L’esecuzione delle misure cautelari richieste dal Procuratore della Repubblica e pienamente accolte dal G.I.P. dal Tribunale di Lodi eseguite dal personale del Corpo Forestale dello Stato della Lombardia sono giustificate a parere degli inquirenti, dal “disvalore della personalità” degli indagati, come emerge dalla durezza con cui i cuccioli venivano sottoposti nel trasporto e nel successivo trattamento. Inoltre la sussistenza del vincolo associativo e della metodica perpetrazione del reato hanno motivato la certezza della pericolosità sociale e del rischio di reiterazione di reati analoghi, con la conseguente applicazione di misure restrittive della libertà della persona.
Le indagini proseguiranno anche in altre strutture commerciali della Lombardia e dell’Emilia Romagna in cui sono in svolgimento perquisizioni a carico di altri indagati per il medesimo procedimento penale.
Gli animali salvati e posti sotto sequestro sono stati temporaneamente affidati, grazie al contributo di Associazioni, a famiglie che ne garantiscono la cura e un sano sviluppo. L’Operazione prende il nome da MAKY, un cucciolo ritrovato in gravi condizioni e salvato dall’ intervento della Forestale.
Servizio di Domenico Lista
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