Secondo il presidente del Bambino Gesù e di Xellbiogene, Giuseppe Profiti “Xellbiogene è l’industria farmaceutica del domani”
(MeridianaNotizie) Roma, 20 febbraio 2014 – Portare le terapie dal laboratorio del ricercatore direttamente al letto del paziente. Questo è l’obiettivo di Xellbiogene, joint venture tra l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e il Policlinico Gemelli.
Due importanti istituzioni ospedaliere della Capitale uniscono dunque le forze per sviluppare e realizzare prodotti medicinali per le terapie avanzate. L’accordo del 14 novembre scorso ha avviato la collaborazione, che potrà contare da giugno su due siti produttivi tra i più grandi d’Europa: il laboratorio del Bambino Gesù a San Paolo fuori le mura e il Gemelli Lab, per 4.000 mq complessivi, di cui 1.200 mq destinati alla produzione in aree classificate. Qui verranno prodotti farmaci biologici impiegati sia nella sperimentazione clinica di Terapie Avanzate (genica, cellulare, ingegneria tissutale, produzione di vettori virali e anticorpi), sia nelle terapie consolidate in ambito oncoematologico. Oltre ai due soci fondatori, Xellbiogene avrà tra i propri clienti enti di ricerca, aziende farmaceutiche, ospedali e charity. Per la piena operatività bisognerà aspettare però il 2015, quando la struttura dovrebbe ricevere l’accreditamento per la produzione e il rilascio di medicinali biotecnologici da parte dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). Già nel secondo trimestre 2014, tuttavia, partiranno le attività nel campo delle terapie consolidate per il trattamento dei tumori del sangue come le leucemie, mentre le sperimentazioni cliniche nel campo delle terapie avanzate inizieranno nel primo trimestre 2015.
Secondo il presidente del Bambino Gesù e di Xellbiogene, Giuseppe Profiti “Xellbiogene è l’industria farmaceutica del domani. Laddove le cellule programmate in un certo modo sostituiranno le pillole. Nasce per mettere insieme due infrastrutture materiali e tecnologiche di ricerca, ma anche due masse critiche di ricercatori in un momento in cui esigenze di carattere economico consigliano di unire le forze per fare ricerca.”
Soddisfatto anche il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e vicepresidente di Xellbiogene, prof. Rocco Bellantone: “È una simbiosi tra due grandi istituzioni cattoliche sul tema della scienza avanzata, un atto di coraggio estremo in un momento di crisi per i finanziamenti destinati alla ricerca.”
“Lavoreremo a stretto contatto con i ricercatori – ha spiegato l’amministratore delegato di Xellbiogene, Marco Dieci – Vogliamo rendere fruibili ad ampio raggio letture che sono ancora una utopia per malattie ad alto impatto sociale. L’obiettivo è di salvaguardare le persone e fornire in breve tempo possibile una cura”
Servizio di Teresa Ciliberto
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