Il libro si declina come una docu-fiction, così accanto ai fatti veri, compare il personaggio di fantasia che fa da filo conduttore alla storia, il giornalista Jacopo Ammirati, una sorta di “alter ego” di Nazio
(MeridianaNotizie) Roma, 14 marzo 2014 – Sono quasi sempre donne le vittime di inspiegabili assassini e sparizioni che hanno affollato la cronaca nera e che sono rimasti irrisolti o giunto a una soluzione con molti punti oscuri. Da Sara Scazzi a Yara Gambirasio, da Meredith Kercher a Emanuela Orlandi, a Roberta Ragusa e Mirella Gregori. E a questa lunga lista si aggiunge a pieno titolo la vicenda di Serena Mollicone, la 18enne di Arce, un paesino di Frusinate, scomparsa da Isola Liri senza una spiegazione il 1° giugno 2001. Il suo cadavere fu ritrovato due giorni dopo fra le sterpaglie del boschetto di Anitrella, in una posizione che sa quasi di avvertimento o di ritualità: mani e piedi legati col nastro adesivo e la testa chiusa in un sacchetto di plastica. Affronta questo cold case irrisolto il recente libro di Pino Nazio “il mistero del bosco – l’incredibile storia del delitto di Arce”. Presentato presso la sede romana dell’università eCampus in via del tritone.
Il libro si declina come una docu-fiction, così accanto ai fatti veri, compare il personaggio di fantasia che fa da filo conduttore alla storia, il giornalista Jacopo Ammirati, una sorta di “alter ego” di Nazio.
Attraverso un suo informatore, Jacopo entra in contatto con Lucrezia, una donna che pare sapere molte cose su Serena. Lucrezia gli consegna un plico contenente le pagine di un libro che ha scritto, ma mai pubblicato perché manca il finale. Ebbene, la parte centrale de “Il segreto del bosco”, che è anche la parte più estesa del libro, riporta proprio queste pagine scritte da Lucrezia, uscendo dalla finzione e tornando alla realtà, ossia alla storia della famiglia Mollicone.
Presenti all’incontro anche Guglielmo Mollicone, padre di Serena e Maria Tuzi, figlia di Santino, il brigadiere dei Carabinieri di Sora, morto apparentemente suicida nel 2008, la cui figura è stata collegata al caso Mollicone.
Servizio di Teresa Ciliberto
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