Oggi, 22 aprile 2014, decine di milioni di persone in 175 paesi celebrano la Giornata della Terra. E’ il quarantaquattresimo anniversario di questa ricorrenza che di anno in anno è diventata sempre più rilevante.
(MeridianaNotizie) Roma, 22 aprile 2014 – La prima Giornata della Terra si svolse nel 1970, quando venti milioni di cittadini statunitensi – circa uno su dieci – scesero in piazza per portare all’attenzione del governo la questione ambientale; secondo alcuni questa manifestazione decretò la nascita del movimento ambientalista Nonostante la rabbia crescente di alcuni politici per la mancanza di leggi e meccanismi regolatori contro l’inquinamento ambientale, questi temi erano assenti dall’agenda politica degli Stati Uniti. Questa scarsa attenzione esasperò il senatore del Wisconsin Gaylord Nelson, le cui campagne in difesa dell’ambiente condotte negli anni Sessanta erano state un fallimento. Nel 1969 Nelson ebbe l’idea di organizzare una protesta a tutela dell’ambiente modellata sulle manifestazioni organizzate contro la guerra in Vietnam.
“Fu un successo elettrizzante. Da tutto il paese arrivarono in massa telegrammi, lettere e telefonate”, raccontava Nelson poco prima della sua morte, che lo colse nel 2005 all’età 89 anni. “Gli americani, finalmente, avevano un forum per esprimere la propria preoccupazione su quello che stava succedendo alla terra, ai fiumi, ai laghi, all’aria; la partecipazione fu entusiasta”.
Nelson ingaggiò l’attivista Denis Hayes per organizzare la manifestazione del 22 aprile 1970, a cui oggi alcuni attribuiscono l’inizio del moderno movimento ambientalista. Alla fine del 1970 venne fondata l’ Environmental Protection Agency degli Stati Uniti (EPA) e gli sforzi per migliorare la qualità di acqua e aria cominciarono a trovare spazio nell’agenda politica. A detta della presidentessa dell’Earth Day Network di Washington D.C., Kathleen Rogers, “Quello che successe fu davvero incredibile. I muri, semplicemente, crollarono”. Fin dal primo Earth Day, l’ambientalismo si è evoluto da questione di nicchia a preoccupazione diffusa nell’intera popolazione, raccontava a National Geographic nel 2010 Amy Cassara, allora associata del World Resources Institute di Washington, D.C.. E aggiungeva che “l’ottanta per cento degli americani si definisce ambientalista”. I problemi ambientali attuali, però, sono meno evidenti rispetto all’aria sporca, all’acqua inquinata e al buco nello strato di ozono di allora. Per esempio, gli effetti del cambiamento climatico globale sono concetti astratti e difficili da spiegare “senza passare per funesti predicatori dell’apocalisse”.
La Redazione
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