Le cooperative sociali che si occupano di case famiglia chiedono al Comune di riservare un’attenzione particolare al destino delle proprie strutture che rischia di non poter dare più accoglienza agli oltre 1500 minori ed ai 380 disabili attualmente residenti nelle case famiglia della Capitale
(MeridianaNotizie) Roma, 15 aprile 2014 – Le chiavi delle case famiglia lanciate, al posto delle monetine, nella Fontana di Trevi, per esprimere la volontà di restare aperte. L’iniziativa è stata organizzata allo scopo di chiedere al Comune di Roma, in vista dell’imminente approvazione del bilancio, di riservare un’attenzione particolare al destino delle proprie strutture che rischia di non poter dare più accoglienza agli oltre 1500 minori ed ai 380 disabili, attualmente residenti nelle case famiglia della Capitale”. Le varie cooperative sociali che si occupano delle case famiglia di Roma si sono dati appuntamento a piazza della Polotta per poi dirigersi verso Fontana di Treni armati di 2.000 palloncini, uno per ogni bambino e persona con disabilità che abitano nelle strutture capitoline.
“I fondi al momento non sono sufficienti –spiega Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale, – ma speriamo che il budget per il sociale all’interno del bilancio 2014 di Roma possa aumentare per rispondere alle crescenti emergenze sociali”. Le associazioni consegneranno un documento al presidente della Commissione Politiche sociali del Comune di Roma, Erica Battaglia, per mostrare i costi e le necessità delle case famiglia. Attualmente, tra i principali centri italiani, da Milano a Palermo, Roma e la città che prevede la retta giornaliera più bassa. Le rette per i minori infatti, nel resto dell’Italia, sono in media pari a 108,80 euro contro i 69,75 euro attualmente previsti a Roma. Stessa situazione per quanto riguarda i disabili: abbiamo una retta pari a 286,64 euro in media in Italia contro i 144,15 euro nella Capitale.
Il servizio di Simona Berterame
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