Gli ecologisti di Green Italia-Verdi Europei chiedono una politica energetica basata sull’innovazione e le rinnovabili contro le politiche fossili, vecchie e inquinanti che sono state alla base di questo G7 energia.
(MeridianaNotizie) Roma, 6 maggio 2014 – “Mentre in tutta Europa si punta sui green jobs (lavori verdi) per affrontare la drammatica crisi economica e occupazionale degli ultimi anni sembra che il governo italiano abbia deciso di continuare con l’assurda politica di frenare sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica”, queste le parole il leader dei Verdi Angelo Bonelli che con gli ecologisti di Green Italia Verdi Europei ha portato il carbone al ministro dello Sviluppo Federica Guidi presso l’Hotel Majestic di Via Vittorio Veneto, sede della Conferenza stampa di chiusura del G7 dell’Energia. Gli ecologisti di Green Italia-Verdi Europei, molto preoccupati dalle notizie su un nuovo attacco agli incentivi per le energie verdi, chiedono una politica energetica basata sull’innovazione e le rinnovabili contro le politiche fossili, vecchie e inquinanti che sono state alla base di questo G7 energia. L’Europa del futuro deve essere rinnovabile. Fra i partecipanti all’iniziativa anche l’ex senatore Roberto Della Seta.
Secondo uno studio della Bocconi gli addetti nelle rinnovabili elettriche nel 2012 erano 153mila (79mila nel FV) e sarebbero potuti diventare 266mila nel 2020. Oggi dopo i decreti anti-rinnovabili prima di Romani e poi di Passera e Clini, gli occupati stanno preoccupantemente scendendo, il solo comparto eolico ha già perso 6000 posti di lavoro in pochi mesi, mentre per il fotovoltaico si prevede una contrazione minima del 40% nei prossimi due anni. Tra benefici diretti e indiretti al 2030 le rinnovabili così come le abbiamo conosciute prima dei decreti avrebbero portato, al netto degli incentivi, a 76 miliardi di benefici al 2030. 5 punti di Pil. “Preoccupa il fatto che aanche il governo Renzi stia pensando ad un decreto (cosiddetto ‘spalmarinnovabili’) per ridurre gli incentivi già concessi del 20%, che, inoltre, verrebbero dilatati da 20 a 27 anni: si tratterebbe di un ulteriore elemento di incertezza che non solo metterebbe a rischio il sistema delle energie pulite ma che ridurrebbe il gettito fiscale nei confronti dello stato. Ci auguriamo che il governo Renzi tenga fede alle sua dichiarazioni programmatiche su rinnovabili ed efficienza e non giochi a fare all’apprendista stregone nei cono il mondo dell’energie pulite che da locomotiva dell’economia italiana è passato ad essere bancomat dei governi Berlusconi e Monti che lo hanno già portato al limite del collasso”, ha concluso Bonelli.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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