L’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini in una lettera scritta dagli arresti domiciliari dove si trova da lunedì sulla base di un provvedimento emesso su richiesta della Procura di Ferrara e indagato anche dai pm di Roma in merito alla gestione dei fondi del dicastero quando ne era alla guida.
(Meridiana Notizie) Roma, 28 maggio 2014- Verifiche sono in corso da parte degli inquirenti su finanziamenti per progetti di recupero portati avanti dal ministero dell’Ambiente in Africa e Sudamerica nell’ambito dell’inchiesta sull’ex titolare del dicastero Corrado Clini. Non solo quindi la gestione dei fondi per progetti in Cina e in Montenegro. Indagando sull’ex ministro Clini, sotto inchiesta per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, assieme alla compagna Martina Hauser (ex moglie del ministro dell’Interno montenegrino) e ad altre cinque persone per la sua attività ultradecennale di direttore generale dello stesso dicastero, la Procura di Roma ha infatti il sospetto che il sistema illecito fosse esteso ad ulteriori progetti finanziati per riqualificare altre zone del mondo senza alcuna gara e senza l’avvio di procedure di controllo. Al centro dell’attenzione del pm Alberto Galanti, che sta lavorando su 214 milioni di euro di lavori avviati, almeno sulla carta, in Cina e Montenegro, ci sono, infatti, i finanziamenti erogati per progetti portati avanti appunti in Africa e Sudamerica. In sostanza, chi indaga vuole accertare, anche alla luce di quanto emerso dall’indagine della Procura di Ferrara, se esistesse una sorta di “sistema Clini”. Un’ipotesi di lavoro determinata dalla presenza di stessi soggetti sia nell’inchiesta romana, sia in quella emiliana.
“Le accuse che mi sono rivolte mi spaccano il cuore. Chiedete alle decine di imprese, dalle più grandi e note alle più piccole, che hanno realizzato grazie al mio lavoro centinaia di progetti in Italia e nel mondo, con successo. Chiedetelo alle università ed agli Enti di ricerca in Italia, in Brasile, in Cina, in Iraq, negli Usa, nei Balcani, che hanno collaborato con me in tutti questi anni ed hanno realizzato progetti esemplari che sono vanto dell’Italia”. Lo scrive l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini in una lettera diffusa tramite i suoi legali, gli avvocati Paolo Dell’Anno, Sergio Lupinacci, Attilio Soriano. Così il politico risponde alle accuse che gli vengono rivolte dalle procure di Roma e Ferrara nell’ambito di inchieste sulla gestione dei fondi del dicastero quando ne era al vertice durante il governo guidato da Mario Monti.
“Chiedetelo alle decine di giovani che ho formato ed hanno realizzato con me esperienze straordinarie in tutto il mondo – si legge nella lettera – Chiedetelo anche ai lavoratori dell’Ilva di Taranto, e chiedetelo all’azienda. Chiedetelo ai lavoratori ed alle imprese di Piombino, di Porto Marghera, di Tor Viscosa, di Trieste. Chiedetelo alle centinaia di Comuni, alla Province ed alle Regioni con cui ho promosso e realizzato centinaia di progetti locali. Chiedete a tutti questi se sono corrotto. Il mio lavoro è sempre stato finalizzato ad integrare sviluppo economico e protezione dell’ambiente, senza pregiudizi ideologici e vincoli politici, con procedure rapide e trasparenti, come ho dimostrato nei 500 giorni da ministro.
Questo ha suscitato negli anni polemiche e iniziative contro di me – si legge nella missiva – sostenute da chi specula sull’ambiente per convenienza politica con l’appoggio delle burocrazie che vivono di rendita sui ritardi e le opacità delle procedure. Risponderò alla magistratura, a partire dalla vicenda dell’Iraq. In questo Paese, accanto all’importante lavoro promosso dal ministero dell’Ambiente italiano, tra il 2004 e il marzo 2011 ho svolto – su loro richiesta – una attività di supporto alla formazione di una organizzazione non governativa per lo sviluppo sostenibile e la pacificazione di quel martoriato Paese. Organizzazione non riconosciuta oggi a livello internazionale e premiata con importanti riconoscimenti anche per il mio contributo. Per queste attività ho ricevuto la copertura delle spese ed un compenso (non ancora riscosso) finanziati con risorse diverse da quelle del ministero dell’Ambiente italiano. Spero che, ancora una volta, i fatti ed i risultati del mio lavoro prevalgano sui pregiudizi e sull’ideologia”.
La Redazione
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