Gli inquirenti hanno anche accertato irregolarità nel trattamento di depurazione dei molluschi, nell’etichettatura (prodotti diversi per data di confezionamento, origine, qualità e provenienza rispetto a quanto dichiarato) e sotto il profilo dei requisiti di tracciabilità
(MeridianaNotizie) Roma, 20 maggio 2014 – Commercializzavano illecitamente, in Italia e all‟estero, vongole pescate abusivamente nella laguna di Venezia, con sistemi ed attrezzi dannosi per l‟ecosistema ed i fondali lagunari. Dalle primissime ore di oggi, i finanzieri del reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Venezia, hanno dato avvio ad un’imponente operazione, per l’esecuzione di 40 ordinanze di misure cautelari (di cui 24 arresti ), emesse dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Venezia nei confronti di altrettanti operatori del settore ittico e pescatori.
Le fiamme gialle stanno inoltre procedendo al sequestro di 3 centri di depurazione, lavorazione e spedizione utilizzati nell‟illecita commercializzazione dei molluschi, nonche‟ di 16 imbarcazioni da pesca e di un “casone” (tipica costruzione lagunare su palafitte) antistante il porto di Chioggia, che costituiva la base per lo smistamento delle vongole, per un controvalore complessivo di ca. 5.000.000 euro.
Gli inquirenti hanno anche accertato irregolarità nel trattamento di depurazione dei molluschi, nell’etichettatura (prodotti diversi per data di confezionamento, origine, qualità e provenienza rispetto a quanto dichiarato) e sotto il profilo dei requisiti di tracciabilità. L’illecita attività di pesca ha provocato gravi danni all’ecosistema lagunare poichè gli indagati hanno fatto sistematicamente ricorso a metodologie e strumenti di pesca assolutamente vietati in laguna, quali “gabbie”, “pompette” e “vibranti” che provocano il violento smottamento dei fondali, alterando e danneggiando l‟equilibrio degli organismi bentonici che vivono in questo delicato ambiente. Per evitare i controlli, l‟associazione a delinquere aveva organizzato un vero e proprio sistema di “pali” posizionati in punti strategici della laguna, in modo tale da poter controllare i movimenti della guardia di finanza e delle altre forze di polizia. Rilevante anche l‟evasione fiscale commessa dai soggetti coinvolti nell‟indagine i quali, anche per sopperire alla mancanza dei requisiti di tracciabilita‟ sotto il profilo igienico-sanitario del prodotto ittico, molto spesso lo hanno commercializzato “in nero”.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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