Duro l’attacco agli altri sindacati: “Parlano del loro ‘sciopero fantasma’ il 19 maggio e intanto non accolgono il nostro invito a una risposta comune contro il taglio del salario accessorio”.
(MeridianaNotizie) Roma, 14 maggio 2014 – Sciopero di 24 ore, nonostante il pagamento del salario accessorio assicurato fino a luglio grazie a un’apposita circolare del Mef, per i dipendenti di Roma Capitale aderenti all’Usb. Il via stamattina con un presidio a piazza Madonna di Loreto, dove circa 200 partecipanti, in gran parte lavoratrici del comparto scolastico, espongono svariati striscioni come “No a kapo e caporali, siamo tutte fondamentali”, sollevando bambolotti in alto, o “Valorizzano le professionalità che essi operano – Ma quando?! E come?!”. “Giù le mani dalla scuola” è l’urlo rivolto al sindaco Ignazio Marino e all’assessore alla Scuola Alessandra Cattoi che “ci mettono le mani in tasca”, come dichiara Roberto Betti del Coordinamento nazionale, che dichiara: “Andremo alle 11 in Campidoglio per la commissione sul personale”. Poi va dritto al punto: “Sì siamo a favore di una distribuzione a pioggia delle risorse economiche. Anche il palliativo della temporanea soluzione per tre mesi non ci soddisfa perché con il ricatto del Mef verrà fuori un contratto decentrato che peggiorerà la situazione, dopo 5 anni che stiamo senza contratto”.
Duro l’attacco agli altri sindacati: “Parlano del loro ‘sciopero fantasma’ il 19 maggio e intanto non accolgono il nostro invito a una risposta comune contro il taglio del salario accessorio”. La strada da seguire per Betti è “riscrivere i contratti nazionali e finanziarli dando più risorse alla parte fissa introducendo principi di equità. I fannulloni? Ci devono pensare i dirigenti a farli lavorare”. E Daniela Volpe aggiunge: “Cattoi invece promuove un contratto insostenibile che allunga i turni anche di otto ore per educatrici e insegnanti mandando per strada i precari, inoltre le risorse finanziarie vengono destinate a promuovere 166 posizioni organizzative”Partiti in corteo verso piazza del Campidoglio i circa 200 dipendenti di Roma Capitale aderenti all’Usb in presidio da stamattina a piazza Venezia. “Congelano i salari, congeliamo il lavoro” è lo striscione di testa, dietro il quale i manifestanti raggiungeranno Palazzo Senatorio, dove alle 11 è in programma la commissione Statuto di Roma Capitale sul personale comunale.
“I lavoratori del Comune di Roma sono in piazza per lo sciopero per protestare contro i tagli al salario, contro una Giunta serva del Mef, dell’Europa e del Governo Renzi. Non tolleriamo più questa situazione”, ha dichiarato Roberto Betti del Coordinamento nazionale, lanciando la mobilitazione. Breve sosta davanti all’altare della Patria, dove lo scorso 6 maggio un’iscritta all’organizzazione fu fermata e poi rilasciata nel deflusso dopo l’assemblea sindacale davanti al Campidoglio. Una banconota viola da 80 euro, con l’effigie del premier Matteo Renzi e la scritta “Statesereni!”. È il “regalo” distribuito ai passanti dai dipendenti dell’Usb Pubblico Impiego in presidio a piazza SS. Apostoli per chiedere “contratti subito e stabilizzazione di tutti i precari” contro “Renzi e Madia servi della Troika”. A Roma, come in altri 22 Comuni d’Italia, l’attacco è, spiega Ermanno Santoro del Coordinamento nazionale del sindacato, “alla proposta di riforma della Pubblica Amministrazione che smantella ulteriormente i servizi, e ai ‘contentini’ come gli 80 euro che riguardano oltretutto solo un quarto dei lavoratori pubblici, mentre si taglia l’Irap favorendo le imprese”. Per Santoro i soldi vanno recuperati “dai 230 miliardi della lotta a evasione fiscale e corruzione e dalle retribuzioni dei dirigenti”. Due le misure urgenti: “La stabilizzazione di lavoratori e lavoratrici precari, una piaga enorme, e il rinnovo del contratto, fermo dal 2009 e che rischia di essere bloccato fino al 2020”. Una delegazione le proporrà direttamente al Ministero della Funzione pubblica a piazzetta Vidoni, che i manifestanti raggiungeranno in corteo alle 12.
Servizio di Teresa Ciliberto
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