I proventi dei reati risultano ripartiti secondo precise percentuali, ad esempio al “palo” competeva una percentuale del 20%, che nel corso della vita del sodalizio risaltava poi essere stata ridotta in misura del 17-18%.
(MeridianaNotizie) Roma, 13 maggio 2014 – Oltre un milione di euro è il “bottino” racimolato nel biennio 2012-2013 dalla banda specializzata nelle truffe agli anziani sgominata dai carabinieri. Otto le persone finite in carcere mentre per una nona è stato disposto l’obbligo di firma. Associazione per delinquere, truffa aggravata per aver cagionato alle vittime un danno di rilevante entità, sostituzione di persona aggravata per aver commesso i reato per eseguirne od occultarne un altro, circonvenzione di incapace, furto aggravato in abitazione. Questi i reati contestati agli indagati, a seconda delle singole posizioni, tutti con precedenti per reati di analogo tenore. “Non si tratta di un caso isolato – ha detto Frisani – ma di una serie notevole di episodi criminosi, più di cento, commessi da un’organizzazione ben articolata”. Il modus operandi era sempre lo stesso: uno del gruppo agganciava un anziano in strada fingendo di essere un amico o conoscente del figlio, da cui dovrebbe ricevere denaro. Quindi chiedeva all’anziano di provvedere per conto del congiunto al momento indisponibile. Per rendere credibile la richiesta, il truffatore contattava telefonicamente un complice che si fingeva il parente dell’anziano a cui, sfruttando una comunicazione disturbata ad arte, confermava la necessità di versare il denaro. Le somme variavano dai cinquecento ai cinquemila euro.
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Quindi l’anziano veniva accompagnato in banca e gli si faceva ritirare la somma richiesta. Qui un secondo complice (di solito una persona incensurata e pertanto difficilmente riconoscibile da foto segnaletiche) fingendosi cliente dell’istituto di credito, controllava che l’anziano facesse quanto richiesto. Dove ciò non fosse stato possibile la banda arrivava ad accompagnare le anziane vittime anche negli appartamenti per farsi consegnare gioielli e in un caso perfino la fede nuziale. Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno effettuato anche perquisizioni nelle abitazioni del gruppo: appartamenti arredati con mobili di lusso e dove sono stati trovati orologi di pregio e circa 30 mila euro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’organizzazione criminosa, organizzata e diretta da Vincenzo De Martino, che estendeva la sua attività criminale in ambito nazionale, quindi non solo nel Lazio (in particolare Roma e Viterbo) ma anche in Puglia, nella zona di Altamura e in Liguria a Genova. La banda, che colpiva principalmente pensionati ultrasessantenni, aveva un carattere verticistico; era suddivisa in cellule “operative” composte di norma da 2 soli componenti, con specializzazione dei ruoli; per comunicare usava utenze telefoniche intestate a personaggi stranieri di fantasia, sostituite con cadenza mensile. Non solo, la banda partiva il lunedì da Napoli diretta a Roma, dove alloggiava in albergo per alcuni giorni duranti i quali prendeva di mira ultrasessantenni, soprattutto pensionati, e poi faceva rientro a casa il venerdì dopo le 14, spostandosi su auto intestate a prestanome.
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Le case degli indagati, che dall’esterno sarebbero potute apparire come comuni abitazioni ubicate nel quartiere Arenaccia di Napoli, una volta varcato l’ingresso degli ampi appartamenti, rivestiti di pavimenti di pregiato marmo, si presentavano come abitazioni caratterizzate da un livello di lusso estremo: arredi e complementi sfarzosi, pavimenti, porte, oggettistica, soprammobili, quadri e lampadari, tutti composti di materiali di lusso e pregiati, di stile composito oscillante tra il Luigi XV per il mobilio e l’high-tech per l’illuminazione, in un misto di pezzi unici e marchi esibiti in bella vista; tutti elementi che stridono con la condizione, ufficialmente di disoccupati e nullatenenti, rivestita dagli indagati, inducendo a sospettare siano stati acquistati con denaro di provenienza illecita. Tutti gli arrestati sono detenuti nel carcere di Poggio Reale di Napoli.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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