Rai3 finanziata con il canone e la sola tv generalista pubblica, Rai1 e Rai2 sul mercato ma non necessariamente privatizzate.
(Meridiana Notizie) Roma, 4 giugno 2014- Matteo Renzi si mantiene distante dalla Rai e dalle beghe interne a viale Mazzini e resta alla linea della “non ingerenza e non interferenza”. Ma dopo la proclamazione di uno sciopero che ha definito «umiliante», il premier ha affidato a una task force composta dal viceministro Antonello Giacomelli, dal sottosegretario all’Editoria Luca Lotti e dai deputati Paolo Gentiloni e Michele Anzaldi, il compito di stilare il piano d’azione per «rendere la tv pubblica moderna, competitiva e libera dai partiti».
Le linee guida sono già cinque. La prima è il «superamento della tripartizione Rai1, Rai2, Rai3 ereditata dal patto politico tra Dc, Pci e Psi del 1975 e ormai del tutto anacronistica». La seconda è la definizione del perimetro aziendale: «Servono ancora 15 canali, di cui tre generalisti? Nessuna tv pubblica al mondo ha un numero così elevato di canali». La terza linea guida è mettere a fuoco il numero “necessario” di edizione dei tg. «Attualmente sono in quantità assolutamente abnorme, ciò renderà necessario ridurre il numero delle edizioni dei telegiornali in modo da contenere i costi». La quarta è stabilire la modalità di finanziamento: canone o non canone? E la quinta, infine, sarà modificare il sistema di governance cambiando i connotati alla legge Gasparri: «Mai più i partiti potranno piazzare i loro esponenti in Rai».
L’occasione della rivoluzione sarà l’anticipo di due anni della Convenzione tra Stato e viale Mazzini. E il varo, appunto, di una nuova legge sull’emittenza.
«La metteremo nero su bianco entro l’autunno», garantiscono nella task force. Nelle ultime ore, il direttore generale Luigi Gubitosi e la presidente Annamaria Tarantola, hanno cominciato a sondare il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. L’obiettivo è il varo di un “tavolo” per individuare le forme con cui sostenere un piano di prepensionamenti tra i 1.650 giornalisti. «Bisogna ringiovanire l’azienda e, se possibile, assumere dei giovani», ha detto ieri Gubitosi in una intervista. Ma per farlo occorre individuare degli “scivoli” simili a quelli utilizzati per fronteggiare negli ultimi anni la crisi della carta stampata.
Il gruppo di lavoro è partito dal manifesto vergato da Renzi tre anni fa insieme al dirigente Rai Luigi De Siervo. Un pamphlet che l’allora sindaco di Firenze illustrò con queste parole:” Oggi la Rai ha 15 canali, dei quali 8 hanno una valenza pubblica. Questi vanno finanziati attraverso il canone. Gli altri, inclusi Rai1 e Rai2, devono essere finanziati esclusivamente con la pubblicità, con affollamenti pari a quelli delle reti private. Di questi tempi sarebbe praticamente impossibile trovare un compratore, dice uno dei componenti della task force”.
La Redazione
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