Il direttore generale Luigi Gubitosi: “Questo sciopero è un errore, la Rai fa parte del sistema”
(Meridiana Notizie) Roma, 3 giugno 2014- Lo sciopero indetto dai sindacati Rai per il prossimo 11 giugno è “illegittimo”. Secondo quanto apprende l’Agi, infatti, la Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha appena deliberato l’illegittimità dell’agitazione nell’azienda pubblica. Nessuna marcia indietro, però, della Cgil sulla mobilitazione dei lavoratori Rai e sulla proclamazione dello sciopero per l’11 giugno. “Noi insistiamo, uno sciopero si fa o meno – ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nella conferenza stampa con Uil e Cisl al teatro delle Vittorie – se cambiano le condizioni. Al momento non credo che queste condizioni previste dal decreto siano cambiate”. Camusso ha anche definito “grave” che il premier Renzi abbia parlato dello sciopero dei dipendenti Rai come di uno “sciopero umiliante”. Il segretario generale della Cgil si è chiesta “cosa umilia? I lavoratori manifestano con lo sciopero il loro dissenso”. Camusso ha detto anche che “il governo in questo caso è la controparte”. Seduta sul palco del teatro Vittoria dove viene normalmente realizzata la trasmissione Affari Tuoi, Camusso ha espresso la preoccupazione che il decreto legge “porti un ‘pacco’ per la Rai”. Quindi è passata a contestare la logica alla base dei tagli chiesti dall’esecutivo: la vendita della quota di Rai Way potrebbe determinare dei costi nel lungo periodo e rappresentare un rischio per la competitivà e la sicurezza dell’azienda pubblica. Le risorse del canone non andrebbero sottratte all’azienda e i lavoratori hanno già fatto sacrifici: “una grande azienda deve avere risorse da investire”. Quanto alla riduzione delle sedi regionali Camusso si è domandata se può essere svolto un servizio pubblico senza una presenza capillare sul territorio e ha fatto notare che la Rai è la più piccola tra le tv pubbliche in confronto alle Tv pubbliche europee come quelle di Gran Bretagna e Francia. Quindi ha ricordato che il debito accumulato dallo Stato nei confronti della Rai ammonta a due miliardi e ha puntato l’indice contro le esternalizzazioni che hanno “aumentato i costi e svalorizzato le risorse interne”. Infine ha criticato la mancata riduzione delle consulenze e il continuo ricorso ai precari. “Ci sono molte cose da fare e noi lo diciamo da tempo – ha affermato Camusso – il governo deve andare al cuore del problema e non restare sulla superficie secondo cui bisogna tagliare e restare nella logica che quello che e’ pubblico non funziona”. Secondo il leader della Cgil da tempo l’azienda pubblica “ha dato fastidio e si è cercato di impoverirla”: ora si tratterebbe di riorganizzarla e riqualificarla e su questo il sindacato e’ pronto a discutere.
Sull’agitazione, il direttore generale Luigi Gubitosi si è espresso in modo netto in un’intervista al Corriere della sera: “Questo sciopero è un errore. La Rai fa parte del sistema. Ci è stato chiesto un sacrificio, e noi lo faremo. La Rai deve lavorare ancora di più per essere promotrice del cambiamento che il Paese chiede e di cui può e deve essere parte. Io poi vengo dal privato; sono abbastanza alieno dal concetto di sciopero per una richiesta dell’azionista”. Quanto alle strategie “stiamo lavorando alla revisione del piano industriale che ha già ridotto il personale: dal 2013 sono uscite 700 persone. La Rai va ringiovanita. Abbiamo una popolazione anziana; fa parte del piano e della natura delle cose ridurre una parte della popolazione piu’ anziana e assumere, anche se in numero minore, dei giovani”.
La Redazione
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