(MeridianaNotizie) Roma, 4 giugno 2014 – Scacco matto alla ‘ndrangheta calabrese. La squadra mobile di Reggio Calabria e il servizio centrale operativo hanno eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei capi della cosca dei Crea Rizziconi. A finire in manette sono Teodoro Crea classe ’39, detto Dio onnipotente, capo storico della famiglia, coinvolto nel processo della “Mafia delle tre province” in qualità di boss incontrastato di Rizziconi. Con lui sono stati arrestati la moglie Clementina Burzì, i figli Giuseppe classe ’78, attualmente latitante e Marinella cl. ’76, nonché la nuora, Maria Grazia Alvaro che, tra l’altro, appartiene all’omonimo casato mafioso, operante a Sinopoli (RC), federato ai CREA ed al potente casato dei Piromalli di Gioia Tauro (RC).
Le accuse ipotizzate a vario titolo nei confronti degli arrestati sono associazione di tipo mafioso, estorsione e intestazione fittizia di beni. Al centro dell’indagine vi sarebbero una serie di condizionamenti nella pubblica amministrazione, estorsioni, appalti e frodi alla comunità europea. Ad essere coinvolti anche tre politici locali, che negli anni hanno rivestito ruoli chiave nell’amministrazione di Rizziconi. Tra gli arrestati per associazione mafiosa figurano infatti gli ex Consiglieri Comunali, Vincenzo Alessi e Girolamo Cutrì, nonché l’ex Assessore allo Sport ed allo Spettacolo del Comune di Rizziconi, Domenico Rotolo.
Il comune di Rizziconi è da anni al centro di forti ingerenze della ‘ndrangheta e fu sciolto per mafia nel 1995 e nel 2000. Nel 2011 ci furono invece le dimissioni del sindaco e di 9 consiglieri che avevano denunciato infiltrazioni delle cosche nella pubblica amministrazione.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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