Il viceministro alla Difesa Danu Danon ha rincarato: “la fine tragica dei tre ragazzi deve essere anche la fine di Hamas”. Immediata la reazione del movimento islamico: “Ogni offensiva di Israele aprirà le porte dell’inferno”, ha dichiarato il portavoce di Hamas a Gaza, mettendo nuovamente in dubbio la versione israeliana del rapimento.
(MeridianaNotizie) Roma, 1 luglio 2014 – Uccisi subito dopo il rapimento: cio’ che piu’ temeva Israele e’ avvenuto. Stasera l’esercito ha ritrovato senza vita i corpi di Eyal Yifrah (19 anni) Gilad Shaar (16) e Naftali Fraenkel (16) nei pressi del villaggio di Halhul vicino Hebron in Cisgiordania dove tutto e’ cominciato 18 giorni fa. Di fronte alla notizia Israele ha confermato la sua accusa ad Hamas che – ha detto il premier Benyamin Netanyahu – “la pagherà”.
Anche Obama ha reagito subito definendo l’uccisione dei ragazzi “un insensato atto di terrore” che va condannato “nel modo più forte possibile”. ”Chi ha ucciso i tre ragazzi – ha ammonito il premier israeliano – e’ una belva umana”. E la caccia continua ai due presunti responsabili del sequestro, Marwan Kawasmeh e Amar Abu Ayash, entrambi miliziani della fazione islamica ad Hebron e spariti subito dopo il rapimento. Subito dopo il ritrovamento dei corpi e’ stata convocato il Gabinetto di sicurezza per decidere le misure da prendere. Immediata la decisione di demolire le case dei due presunti responsabili. E anche l’Anp ha immediatamente riunito la direzione palestinese e Abu Mazen avrebbe fatto un appello all’Ue e agli Usa per esercitare pressioni su Israele per evitare “un’operazione militare di vendetta”.
Ma a Gaza, secondo quello che scrive Haaretz, è stato subito alzato il livello di allarme in previsione di un attacco. In Israele l’emozione e’ fortissima: per 18 lunghi giorni si è temuto il peggio ma sperato nel meglio e già questa sera a Tel Aviv in piazza Rabin, come pure a Gerusalemme, centinaia di persone si sono riunite per una veglia accendendo candele. La realta’ e’ ora molto dura. Le prime reazioni non sono da meno: il ministro dell’edilizia Uri Ariel, vicino ai coloni, ha detto che ”i terroristi vanno colpiti senza pieta”’. Sui siti dei coloni sono apparse minacce di vendetta e la polizia sta presidiando i posti dove si teme che le parole diventino azioni. Tutto si e’ mosso nel tardo pomeriggio: incidenti sono scoppiati nel villaggio di Halhul, vicino ad Hebron, non appena sono state intensificate perlustrazioni condotte da ingenti reparti dell’esercito israeliano impegnati nella ricerca dei tre ragazzi. Si e’ capito quasi subito che l’operazione riguardava i tre studenti, ma l’esercito ha imposto il silenzio, come spesso avviene in questi casi.
Quasi un’ora dopo la conferma: i tre giovani erano stati trovati morti. Le prime indagini hanno rivelato che sono stati uccisi subito dopo il sequestro, forse poco dopo la telefonata con la quale uno di loro ha avvisato la polizia del rapimento. Ma quella telefonata non e’ stata presa in considerazione e per questo sono passate ore che sarebbero state invece utili alle ricerche. L’esercito e’ stato infatti avvisato con ritardo, dopo che le famiglie hanno informato la polizia che i loro figli – che avevano fatto l’autostop – non erano tornati a casa dalla scuola rabbinica che frequentavano. Il giorno dopo e’ stata trovata la carcassa bruciata di un macchina Hyundai che gli inquirenti hanno ritenuto collegata al rapimento. Israele ha impegnato una massiccia quantita’ di soldati per ritrovare i tre rapiti, in un’operazione definita ‘Brother’s keeper’. Le madri hanno fatto un appello pubblico per la loro liberazione parlando anche all’Onu a Ginevra e l’intera leadership israeliana e’ scesa in campo.
A cominciare da Netanyahu che ha chiesto al presidente dell’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen di condannare il rapimento e di troncare i rapporti con Hamas con cui ha appena formato un governo di unita’ nazionale presieduto da Rami Hamdallah. Cosa che il leader dell’Anp ha fatto pubblicamente. ”Brother’s keeper’ ha setacciato l’intera Cisgiordania e soprattutto la zona di Hebron. Nelle operazioni, in scontri con l’esercito, sono stati uccisi cinque palestinesi e ne sono arrestati piu’ di 400, molti di Hamas e anche alcuni di quelli che erano stati liberati in cambio del rilascio di Gilad Shalit. Sono state perquisite centinaia di case e smantellate molte istituzioni di Hamas, in una caccia a tappeto per la quale la comunita’ internazionale ha piu’ volte invitato Israele alla moderazione. Ma tutto e’ sembrato inutile. Fino al ritrovamento di stasera. Ad Israele sono giunte manifestazioni di solidarieta’ da tutto il mondo. Tra queste quelle del governo italiano e del ministro degli affari esteri Federica Mogherini che ha espresso ”grande dolore”. Quasi le stesse parole del vecchio presidente Shimon Peres: ”L’intera nazione sta scuotendo la testa con insopportabile dolore”. Espressioni di cordoglio anche dal presidente francese Francois Hollande, dal premier Gb David Cameron, dalla cancelliera Angela Merkel e dal segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. A fianco di Israele, anche la S.Sede: “una notizia terribile e drammatica”, un “crimine esecrabile e inaccettabile”, ha affermato il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, riferendo che “Papa Francesco si unisce al dolore inenarrabile delle famiglie colpite da questa violenza omicida”. Domani Israele seppellira’ i suoi tre ragazzi.
La Redazione
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