(MeridianaNotizie) Roma, 17 settembre 2014 – Il prezzo internazionale dei raffinati del petrolio è in calo ma i distributori di carburante in Italia non applicano proporzionali ribassi. La precisazione sul tipo di prodotto in vendita non è affatto casuale. Il crollo dei prezzi sui mercati internazionali non riguarda solo la materia prima ma anche i carburanti raffinati, come indicano le quotazioni Platt’s. La distribuzione dei derivati del petrolio in Italia mostra veloce reattività alla variazione di prezzo solo in caso di rialzo. In caso di ribasso, invece, la vischiosità, ovvero la resistenza al cambiamento di prezzo, tende a prevalere. La media nazionale così penalizza nettamente gli automobilisti italiani, che però possono contare su sconti carburanti che dipendono da dinamiche locali.
In questo contesto due fattori incidono sul prezzo della benzina. Il primo è la politica di pricing in applicata dalle Regioni che, grazie alla riduzione o all’abolizione delle accise regionali, può modulare il prezzo. Da questo punto di vista l’Umbria è un modello: la Giunta ha eliminato l’imposta regionale sulla benzina a partire dal 2014. Il secondo fattore da prendere in considerazione sono le offerte dei distributori locali. La liberalizzazione degli ultimi anni ha permesso l’ingresso nel mercato di altri attori, come GDO e pompe bianche. Gli sconti applicati dai distributori seguono le dinamiche del pricing locale e la tendenza generale alla diminuzione di prezzo si è registrata soprattutto nelle aree geografiche dove è presente una maggior concentrazione di pompe “alternative”. Se gli sconti sulla benzina possono raggiungere di media anche i 13 centesimi di euro per litro, il prezzo non è uguale per tutti gli italiani: al Sud i carburanti sono più cari che al Nord, e la differenza strutturale resta sempre dai 5 ai 10 centesimi per litro.
Non fa sconti l’analisi sui prezzi del carburante presentata dalla Federconsumatoriin collaborazione con l’Adusbef. La media nazionale di 1,74 euro per litro di benzina è superiore a quella britannica (1,60 euro), tedesca (1,55 euro), francese (1,49) e spagnola (1,40 euro). La benzina in Italia dal 2009 è aumentata del 56,9%. Il decollo non è dovuto alla crescita dei prezzi industriali dei carburanti ma alla pesante imposizione fiscale. Lo sconto sui carburanti dovrebbe partire soprattutto dallo Stato.
La Redazione
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