(MeridianaNotizie) Roma, 3 ottobre 2014 – “Quanto avvenuto è grave, è l’esportazione del modello cinese, che dovrebbe passare attraverso una consultazione democratica. Invece è stata una decisione calata dall’alto, senza aver visto né Marino, né Fuortes”. Lo ha dichiarato il capogruppo di Sel in Assemblea capitolina Gianluca Peciola, durante la conferenza stampa a piazza del Campidoglio del circolo Sel del Teatro dell’Opera di Roma “Luigi Petroselli”. Questo modello, ha precisato, “non deve appartenere a una Giunta di centrosinistra, che questo renzismo in pillole non dovrebbe accettarlo. Chiediamo un confronto con l’amministrazione affinché siano ristabilite le naturali relazioni sindacali”. Davanti a Palazzo Senatorio, insieme a Peciola e il consigliere di Sel Imma Battaglia, un gruppo di lavoratori del Costanzi, che protestano contro i 182 licenziamenti di orchestra e coro approvato ieri dal cda della Fondazione.
“Quello che chiediamo – ha ribadito – è l’apertura di un tavolo con lavoratori e lavoratrici”. Ci sono stati per Peciola “errori gravi da parte di forze sindacali molto minoritarie, che hanno monopolizzato le vicende interne a danno degli altri. Per questi errori, però, non possono pagare 500 persone, perché oggi sono orchestra e coro, domani è possibile che saranno anche gli altri lavoratori”. Allora, chiosa, “fermiamo i licenziamenti, salviamo le maestranze. Il piano di rientro di Fuortes deve andare avanti, e noi siamo in sintonia con quanto stava avvenendo: però l’operazione condotta ieri è inaccettabile”.
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