(MeridianaNotizie) Roma, 10 ottobre 2014 – Un teatro senza musicisti non è un teatro. Scendono in piazza e per la prima volta dall’inizio dell’epopea targata Teatro dell’Opera, i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fials, riuniti di fronte al Costanzi insieme ai lavoratori al centro dei licenziamenti. Non si rassegnano all’esternalizzazione e chiedono di riaprire la trattativa mettendo al centro un coro e un orchestre vera voce dell’Opera a Roma.
Nel corso della manifestazione pacifica saltano fuori i nomi dell’ex sindaco Gianni Alemanno e di Bruno Vespa, già vicepresidente del Teatro, colpevoli secondo i sindacati di una mala gestione che ha portato lo stabile all’attuale deficit.
“Finora mi sono astenuto rigorosamente dal commentare le vicende dell’Opera di Roma per un doveroso fairplay, commenta prontamente Bruno Vespa – Ma non posso accettare di essere chiamato in causa per il dissesto del teatro di cui sono stato vice presidente dal 2010 all’autunno dell’anno scorso. Mi permetto di ricordare che la passata gestione, pur non ripianando i debiti di quelle precedenti, ha chiuso per la prima volta in pareggio i bilanci (certificati) del 2010, 2011 e 2012. Fino al settembre del 2013, quando presentammo l’ultima stagione, il soprintendente e il direttore generale assicurarono al consiglio d’amministrazione e al collegio dei revisori che anche il quarto anno sarebbe stato chiuso in pareggio, tacendoci che nel corso dell’anno erano già state accumulate perdite comunque inferiori a quelle finali, dovute a un drastico taglio dei contributi locali e degli sponsor romani che – ieri come oggi – dovrebbero semplicemente vergognarsi. E questa omissione, come ho detto all’ex sovrintendente, è molto grave. Perciò, a ciascuno il suo. Degli illustri voltagabbana dell’Opera di Roma mi occuperò nel mio prossimo libro”
Servizio di Cristina Pantaleoni
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