(MeridianaNotizie) Roma, 2 ottobre 2014 – Un mondo si è chiuso, o per meglio dire un’era. Quella cioè della televisione come aggregatore, come divisore delle ore, delle attività giornaliere, come elemento d’ascolto e di conoscenza. Cambia la tecnologia, la famiglia tradizionale si trasforma e di conseguenza il mezzo televisivo non può che variare per cercare di adeguarsi alla Rivoluzione digitale. Una discussione che ha visto riunirsi alla sala delle Colonne della Camera dei Deputati i massimi esperti e fruitori della cara e vecchia tv, e prendere parte al Workshop Televisione Addio? in occasione dell’uscita del numero speciale dedicato da Micro&Macro Marketing edito dal Mulino.
Alberto Mattiacci, professore dell’Università La Sapienza di Roma, sostiene la tesi provcatoria di Nichola Negroponte, il guro della nuova economia digitale, secondo cui l’unico modo per pensare la televisione del futuro è pensarla senza televisione. Per Gabriele Immirzi direttore generale di FremantleMedia, si va verso una fruizione ondemand del mezzo televisivo, una rivoluzione da seguire e alla quale non si può rimanere indietro. La rivoluzione passa anche per la tv di Stato, come sottolinea Andrea Fabiano della Rai.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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