Secondo l’impostazione scelta dalla maggioranza, la tortura può essere commessa da chiunque e non soltanto da un funzionario pubblico, ed è punita con la reclusione da 4 a 10 anni.
(MeridianaNotizie) Roma, 9 aprire 2015 – A due giorni dalla decisione della Corte di Strasburgo sul caso della scuola Diaz di Genova, il testo sul reato do tortura è arrivato nell’aula di Montecitorio oggi, giovedì 9 aprile e molto probabilmente il voto finale avverrà entro l’estate, colmando una lacuna enorme nell’ordinamento italiano. Tuttavia l’attuale formulazione non piace alle opposizioni – Movimento 5 Stelle e Sinistra ecologia e libertà in primis, ma anche a Luigi Manconi che è stato tra i promotori della legge in Senato.
“Dopo tanti anni rischiamo di approvare una legge inefficace”, avverte Vittorio Ferraresi (M5S), membro della Commissione giustizia della Camera e relatore di minoranza accanto al relatore Franco Vazio (Pd). La lamentela è forte e condivisa da coloro che si sono sempre battuti per introdurre la tortura nel codice penale: “Il testo attuale è stato stravolto e sono stati introdotti degli elementi che renderanno più difficile, se non impossibile, l’accertamento del reato di tortura”.
Per questo il Movimento 5 Stelle ha convocato una conferenza stampa per chiedere alla maggioranza di accogliere gli emendamenti e modificare i punti più controversi. All’appuntamento erano presenti anche Manconi (Pd), presidente della Commissione del Senato sui diritti umani, Ilaria Cucchi, l’avvocato Fabio Anselmo che oltre al caso Cucchi ha seguito i processi per la morte di Federico Aldrovandi e Giuseppe Uva, e Marcella Serra, nipote di Francesco Mastrogiovanni che fu legato a un letto d’ospedale durante un trattamento sanitario obbligatorio e morì dopo 90 ore senza cibo né acqua.
Per il momento, la proposta di legge è composta da 7 articoli. Il più importante è il primo, quello che definisce il reato di tortura (che diventerebbe il 613-bis del codice penale). Secondo l’impostazione scelta dalla maggioranza, la tortura può essere commessa da chiunque e non soltanto da un funzionario pubblico, ed è punita con la reclusione da 4 a 10 anni.
Se il torturatore è un pubblico ufficiale è prevista una aggravante e la pena aumenta: dai 5 ai 12 anni di carcere. Aggravanti sono previste anche in caso di lesioni gravi o gravissime. 30 anni a coloro che provocano la morte del torturato.
Ciò che fa litigare maggioranza e opposizione sono le modifiche introdotte nella definizione di tortura, dopo la prima lettura in Senato. Se il testo passasse così com’è, bisognerà dimostrare che l’accusato aveva il “fine di ottenere”, dalla vittima “o da un terzo, informazioni o dichiarazioni o di infliggere una punizione o di vincere una resistenza”, ovvero che abbia inflitto tali sofferenze “in ragione dell`appartenenza etnica, dell`orientamento sessuale o delle opinioni politiche o religiose”.