(MeridianaNotizie) Roma, 24 luglio 2019 – “Tutti si ricorderanno i 500 giovani per la cultura tanto voluti dall’ex ministro PD, Dario Franceschini, ma poi finiti molto presto nel dimenticatoio. Una sorta di spot elettorale che ha illuso 500 giovani in cerca di occupazione – afferma Giuseppe Urbino, Segretario nazionale della Confsal Unsa Beni culturali – Il programma “500 giovani per la cultura” era nato per favorire la formazione, con il fine di incrementare la digitalizzazione delle risorse culturali.
La procedura è risultata ben programmata su temi di indubbia valenza culturale, in grado di conciliare esigenze formative con obiettivi rilevanti per l’amministrazione e la collettività. L’attività svolta dai tirocinanti è stata valutata positivamente, in quanto ha portato ad un’effettiva implementazione di adeguato materiale informativo digitale.
Ma poi – dice ancora Urbino – ci si è dimenticati presto di questi ragazzi, nessuno aveva previsto un progetto finalizzato all’assunzione, come ovvia conseguenza del divieto di reclutamento al di fuori delle procedure concorsuali di accesso agli impieghi nella pubblica amministrazione.
Risulta, inoltre, ancora inattuato l’obiettivo di promuovere l’avvio di start-up mediante accordi con le regioni. Infine è evidenziata la disomogeneità fra i titoli per la partecipazione ai tirocini e i titoli previsti per l’ammissione al concorso a tempo indeterminato bandito dal Ministero a seguito dell’autorizzazione disposta con la legge di stabilità 2016 (concorso dei 500 funzionari).
Ora i danni e l’eredità non certo proficua lasciata da Franceschini – continua il sindacalista dell’Unsa – devono in un certo senso essere riparati. Non si possono formare dei giovani, spendere milioni di euro e poi mandarli a casa con un calcio nel sedere. Non si può soprattutto perché poi si bandiscono dei concorsi pubblici per quelle stesse professionalità che avevi già in casa.
Insomma, ora è la volta del ministro Bonisoli, caro ministro tiri fuori gli attributi e trovi una soluzione per recuperare i “500 giovani per la cultura”, (magari anche utilizzando ALES SPa che una volta tanto servirebbe per un nobile scopo) di assunzioni se ne dovranno fare 6000 come ha più volte dichiarato lei, cerchi di trovare un modo per recuperare questi giovani per i quali lo Stato ha speso dei danari pubblici per formarli. Non affrontando il problema sarebbe come avallare la scellerata gestione del suo predecessore, un predecessore che si permette di pontificare su tutto, sulla nuova riforma del Mibac ma dimentica che la sua gestione è stata qualcosa di disastroso.