Le squadre rimaneggiate per l’assenza di alcuni big hanno condotto una gara dura ma corretta fino al momento del vantaggio laziale poi, gli animi si sono scaldati un po’ troppo…
- articolo di Massimo Catalucci
(Meridiananotizie) Roma, 11 gennaio 2024 – Lo avevamo detto nell’articolo pre-gara, il derby nella Capitale non e una partita come tutte le altre ma vive di luce propria (spesso “incendiaria”) e si vive per tutto il tempo che intercorre tra quello giocato e il prossimo che verrà con gli umori che rispecchiano l’esito finale dell’ultima gara che si è giocata.
Questa è la stracittadina nella città eterna, una rivalità tra le due squadre della Capitale che va avanti dalla notte dei tempi e che si rinnoverà all’infinito di padre in figlio.
Fatti incresciosi di una rivalità cittadina antisportiva
Una rivalità che non vorremmo mai sfociasse in atti criminali spesso, invece, documentati e che ci hanno fatto registrare in passato come oggi, sia da una parte che dall’altra, violenze di cui i tifosi (tifosi?) più facinorosi si sono resi artefici e che a volte, purtroppo, hanno portato anche alla morte alcuni di loro.
Il calcio dovrebbe essere spettacolo e andrebbe vissuto con sportività ma quando, purtroppo, anche nei campetti di periferia i genitori che accompagnano i propri figli per disputare una partita, si azzuffano tra di loro, si comprende come lo sport ha perso il suo valore principale che si basa sul “rispetto dell’avversario” e dove la sconfitta può lasciare l’amaro in bocca ma questo deve essere solo il pretesto per insegnare ad impegnarsi a fare meglio la volta successiva. Manca, purtroppo, quell’educazione alla base che fa dello sport una regola di vita, dove il confronto con l’avversario, la competizione, devono trovare i giusti equilibri, dove ogni caduta, intesa come sconfitta sportiva, deve farci rialzare la testa per continuare a combattere ma con lealtà e non ci stancheremo mai di dirlo, con il rispetto che si deve per l’avversario.
Sarebbe bello vedere anche nel calcio quanto accade nel rugby, dove regna davvero il rispetto per le regole e verso i competitor e anche se in campo le squadre se le suonano di santa ragione (in questo caso il contatto fisico, tipo, per dirne una, i placcaggi con le mani sulle gambe dell’avversario in corsa sono previsti dal regolamento), dopo la gara, vincitori, vinti e tifoserie, condividono insieme il post-partita.
Questo è sport!!!
Ma probabilmente non lo vedremo mai nel calcio ultramilionario per la cecità, per l’arroganza e le frustrazioni accumulate nella quotidianità da alcuni pseudo-tifosi che danno sfogo alle loro insoddisfazioni poi, iniziando da quei campetti di calcio di periferia quando accompagnano i propri figli a giocare una gara amichevole o ufficiale che sia.
La gara
Tralasciando i fatti incresciosi accaduti ieri sia sugli spalti che fuori dallo stadio dalle due tifoserie e le brutte scene violente viste in campo tra i giocatori, cerchiamo di provare a raccontare, sinteticamente, quanto è stato visto sul rettangolo verde, in ragione della gara disputata da Lazio e Roma.
Le due squadre avevano fuori per infortuni alcuni big, per cui i rispettivi tecnici hanno dovuto fare i conti con gli uomini a disposizione per organizzare una squadra competitiva da mandare in campo in questo quarto di finale di Coppa Italia, per aggiudicarsi l’accesso alla semifinale.
Da una parte Mister Sarri ha mandato in campo Mandas tra i pali, a sorpresa e per indisponibilità di Provedel. Il portiere laziale è stato impegnato poco o niente in tutto l’arco della gara se non al secondo tempo, quanto all’86° su un tiro insidioso di Belotti, entrato dalla panchina pochi minuti prima al posto di Huijsen, si è opposto al romanista respingendo di prima intenzione il suo tiro e poi, replicando sui piedi dell’accorrente Pellegrini, pronto a spingere la sfera in rete, deviando la palla in calcio d’angolo. Ottimo intervento che vale la qualificazione alla semifinale, visto che la gara stava volgendo al termine.
Facendo un passo indietro, la Lazio è apparsa più organizzata della Roma, anche se c’è da annotare un abulico Felipe Anderson per tutto il primo tempo. Tanto che Mister Sarri, al 30° di gioco, aveva iniziato a far scaldare Pedro e Isaksen, come per mandare un segnale al brasiliano.
Ma poi, probabilmente, il tecnico biancoceleste che stravede per Felipe Anderson, ha tentato di recuperarlo e motivarlo negli spogliatoi per la seconda parte della gara, mandandolo di nuovo in campo e posticipando gli ingressi di altri giocatori. E Mister Sarri ha avuto ragione, visto che il numero sette laziale, nella ripresa è apparso un altro giocatore e si è subito presentato con degli spunti degni delle sua innate qualità tecniche. Tanto che nella parte finale della gara, invece di essere sostituito, all’ingresso in campo di Isaksen, a sorpresa il tecnico biancoceleste chiama fuori Castellanos, che si era procurato il rigore trasformato poi da Zaccagni che ha portato in vantaggio la Lazio al 51°, spostando il brasiliano nella posizione in cui ha giocato tutto lo scorso anno, quella di attaccante centrale.
Mourinho da parte sua, all’inizio del secondo tempo gioca la carta Pellegrini, per tentare di dare più dinamicità alla manovra della Roma anche se tale scelta di rivitalizzare il gioco non si è concretizzata.
La Lazio dopo il gol, avrebbe potuto chiudere in diverse occasioni il match, con Vecino che sfiora il gol in tre occasioni ed in aggiunta con Pedro e Castellanos.
Ma la gara, come suddetto, dopo il gol laziale è diventata molto spigolosa, per cui l’arbitro Orsato ha dovuto far ricorso a molti cartellini, sia per ammonire che per espellere e alla fine se ne conteranno 4 gialli per la Lazio e 2 per la Roma, mentre le espulsioni dei giocatori, risulteranno essere una per i biancocelesti (Pedro) e due per i giallorossi (Azmoun e Mancini).
L’ultimo sussulto della gara si ha nel finale del match, nei tempi lunghi di recupero assegnati dall’arbitro per le scaramucce innescate dai giocatori. E’ il 97° quando Lukaku, sempre ben controllato dai difensori laziali per tutta la gara, riesce a stoppare in area biancoceleste una palla di petto e con le spalle alla porta, fa un bel gesto tecnico in rovesciata, fortunatamente per i biancocelesti, la sfera finisce alta sopra la traversa.
La gara prosegue ancora per alcuni minuti extra-extra time, per i fatti su descritti, fino al 101° di gioco, quando il sig. Orsato, fischia la fine delle rivalità di una gara che ha decretato la Lazio quale squadra semifinalista della Coppa Italia. Ora i tifosi biancocelesti e tutta la società S.S. Lazio 1900, attenderanno l’esito del match di stasera tra Juventus e Frosinone, per conoscere il loro prossimo avversario.
La gara vinta dalla Lazio è il miglior regalo di compleanno ricevuto dal tecnico laziale che ieri festeggiava i suoi 65 anni e a cui facciamo i migliori auguri: 100 di questi anni, Mister Maurizio Sarri.
Le dichiarazioni degli allenatori nel post-gara
SARRI – “I ragazzi mi hanno fatto il miglior regalo di compleanno“.
“Quando vinci un derby ti sembra sempre il più bello ma per me sono stati tutti così. È stata una prestazione bella tosta: un tempo di grande attenzione, una grande ripresa in cui il risultato ci sta anche stretto. Abbiamo concesso veramente poco. Escluso il recupero, palle gol per la Roma zero“.
“ll rigore è netto, infatti Orsato al Var ci è rimasto 8 secondi e si è subito reso conto. Mourinho ha detto che è un rigore moderno? Le sue parole non mi fanno effetto“.
“In questo momento siamo fuori dalla crisi. Spero sia la versione definitiva della mentalità di questa squadra ma siamo di fronte a un gruppo che a volte vive momenti completamente diversi da questi. Ci sono squadre più attrezzate di noi e lo sappiamo, abbiamo fatto un percorso più lungo per tanti motivi: infortuni in più, calo di rendimento di alcuni giocatori. Bisogna ringraziare i nuovi arrivati che a un certo punto ci hanno tenuto a galla e ora se l’atmosfera nel gruppo è questa potrebbe essere l’occasione per recuperare un po’ tutto“.
MOURINHO – “È sempre doloroso perdere un derby. Abbiamo perso per un rigore del calcio moderno, dato con il Var. I giocatori sono educati in questo modo, quelli di venti anni fa non si sarebbero mai buttati così… Detto questo è vero che siamo andati in affanno, d’altronde nelle ultime settimane abbiamo affrontato Juventus, Napoli, Atalanta e Lazio… Domenica finiamo questo ciclo terribile a Milano, poi avremo per la prima volta una settimana completa di recupero“.
“In Portogallo si dice che in area quando si fischia un fallo è la pena massima, come una persona condannata a morte. E nel contesto del calcio la pena massima deve essere per una cosa violenta. Solitamente Orsato fa giocare in queste situazioni a metà campo. Lui non aveva dato rigore ma se ti chiamano dal Var per questo minimo contatto e quando il giocatore fa uno show per un minimo contatto, di solito quando l’arbitro va al monitor spesso è rigore“.
“È cambiato tutto per noi. Senza di lui c’è meno qualità nel possesso palla e nella connessione del gioco (riferito all’uscita dal campo di Dybala – NDR). Ha accusato il solito problema muscolare nella parte posteriore. Questa partita era importante, lui voleva giocarla ma veniva da una partita molto impegnativa fatta due giorni fa. È entrato Pellegrini, anche lui non è in un momento ottimale, aveva preso una botta con l’Atalanta. Sono un po’ deluso da qualche giocatore a livello individuale, si poteva fare di più. Arriviamo sulle fasce e facciamo molta fatica a crossare, con il gioco che sviluppiamo dobbiamo fare meglio in quelle zone del campo. Dal punto di vista collettivo non posso dire niente ma abbiamo perso il derby ed è finita la coppa. È una cosa che pesa, soprattutto per i nostri incredibili tifosi ma dobbiamo andare avanti”.
Il tabellino della gara
LAZIO-ROMA 1-0
Lazio (4-3-3): Mandas 6,5; Lazzari 6 (23° st Pellegrini 6), Patric 6, Romagnoli 6,5, Marusic 6; Guendouzi 6, Cataldi 5,5 (23° st Rovella), Vecino 6,5; Felipe Anderson 6, Castellanos 5,5 (32° st Isaksen 5,5), Zaccagni 7 (23° st Pedro 4,5).
A disp.: Sepe, Magro, Casale, Hysaj, Gila, Kamada, Luis Alberto, Basic, Fernandes.
All.: Sarri 6
Roma (3-5-2): Rui Patricio 6; Huijsen 5 (36° st Belotti 6), Mancini 6, Kristensen 5,5; Karsdorp 5,5 (13° st Azmoun 5), Cristante 6, Paredes 4,5, Bove 6 (30° st El Shaarawy 5,5), Zalewski 5,5 (13° st Spinazzola 6); Lukaku 5,5, Dybala 5,5 (1° st Pellegrini 5,5).
A disp.: Bellucci, Svilar, Llorente, Celik, Kumbulla, Pagano, Pisilli.
All.: Mourinho 5
Arbitro: Orsato
Marcatori: 6° st rig. Zaccagni (L)
Ammoniti: Castellanos, Guendouzi, Pellegrini (L); Mancini, Paredes (R)
Espulsi: 50° st Pedro (L) – doppia ammonizione; 55° st Azmoun (R) – condotta antisportiva; 56° st Mancini (R) – proteste
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