Luigi Martini: “Liedholm mi invitò ad andare nella Roma. Per come ragionava un gruppo come il nostro andare alla Roma sarebbe stato perdere la dignità”.
- articolo di Massimo Catalucci
Ieri, 25 aprile, mi trovavo con un mio amico a Porto Ercole, in terra Toscana, per un impegno professionale e mentre passeggiavamo lungo la banchina del caratteristico porto turistico, ci siamo soffermati a dialogare con un imprenditore del luogo, Antonio Martini, che ha la sua attività che si affaccia proprio sulle barche ormeggiate nel piccolo golfo locale.
Già il cognome Martini, a chi come me è un “passionale”, inteso come aspetto positivo di un amore per il gioco del calcio e nello specifico, per la squadra della Capitale di fede biancoceleste, ha rievocato subito echi lontani di una Lazio storica, quella dei ragazzi del Maestro Tommaso Maestrelli.
Quando poi, Antonio mi ha chiesto: “Sei di Roma?” – ed ha aggiunto – “Di che squadra sei?” – ed ho risposto – “Della prima squadra della Capitale” – lui ha replicato dicendo: “Grande, io sono il figlio di Gigi Martini”.
Lascio immaginare a chi ha vissuto come me quel periodo indimenticabile del primo scudetto laziale, l’emozione che ho provato sapendo che stavo parlando con il figlio del grande terzino del primo scudetto della storia laziale del ’73/’74, Luigi (detto Gigi) Martini.
Ma le emozioni non sono finite qui, tutt’altro, quando Antonio mi ha detto: “se rimani nei paraggi potrai incontrare papà che mi sta raggiungendo”. Il cuore ha cominciato a palpitare ancora di più. Sapere di avere la possibilità di stringere la mano e poter dialogare vis a vis con uno dei protagonisti della storia incancellabile, indelebile, della S.S. Lazio degli anni ’70, mi faceva essere felice come un ragazzino.
Quel ragazzino che nel 73/74, purtroppo, per una marachella che aveva commesso, il papà punì non portandolo allo stadio il 12 maggio del 1974 (*), dove era solito portarlo in Curva Sud (oggi Curva Maestrelli) per seguire Lazio-Foggia e che con una radiolina, mentre passeggiava con la Mamma per le vie di Roma nel quartiere Marconi dove abitava, ascoltava tutto il calcio minuto per minuto e dalla voce di Ameri e Ciotti, seguiva le vicende di quella giornata storica di “Serie A”, in parte con la tristezza nel cuore per non essere presente tra gli spalti del vecchio Stadio Olimpico insieme a tanti altri tifosi a festeggiare ma al contempo con la gioia nel cuore per l’impresa che la “brigata” Maestrelli, stava portando a termine: la vittoria del primo scudetto della storia biancoceleste.
L’incontro con “Gigi” Martini
Ci siamo. Quel ragazzino cresciuto che ha superato oggi la soglia dei sessantuno anni, si trova davanti uno dei grandi giocatori della Lazio di Maestrelli, che il il “Maestro” trasformò da centrocampista a terzino di spinta, per la sua dinamicità e forza fisica, in quella squadra di “aquile” i cui nomi sono ben impressi nel cuore di ogni laziale, che di Padre in Figlio vengono tramandati da decenni.
Eccolo, lo riconosco, mi avvicino a lui e per non fare gaffe (l’emozione poteva farmi brutti scherzi perché ormai stavo vedendo l’ex giocatore laziale in ogni persona che passeggiava sulla banchina del porto) gli dico: “Mi scusi, lei è Luigi Martini?” – lui mi risponde: “Si” – e aggiunge – “Sei l’amico di Antonio?” – la sua ulteriore domanda mi spiazza un po’, perché sono passati solo pochi minuti dalla conoscenza che avevo fatto con il Figlio e lo stesso, nel frattempo, era già riuscito ad intercettare al telefono il Padre per dirgli che c’era una “suo amico” che aveva il piacere di conoscerlo di persona.
Gli stringo la mano e ci dirigiamo nei pressi della balaustra che c’è sulla banchina di Porto Ercole per conversare come due amici. Si è dimostrato subito disponibile. Gli dico che sono sono un giornalista e che scrivo articoli sulla S.S. Lazio 1900 per un quotidiano telematico (www.meridiananotizie.it), seguendo ogni stagione calcistica della squadra capitolina, da diversi anni.
Iniziamo a conversare partendo da oggi, dalla Lazio attuale, dal suo rapporto con il presidente Lotito e del calcio che è cambiato rispetto agli anni ’70 e di come sia diventato sempre più centrato, negli ultimi 40 anni, sui bilanci societari e sulle sponsorizzazioni, più che sulla passione dei presidenti per uno sport nazionale che coinvolge le folle. Il calcio, appunto. Quei presidenti che una volta erano mossi prima dall’amore che avevano per la loro squadra, rimettendoci talvolta anche di tasca propria.
Personaggi meno matematici e contabili, più passionali verso uno sport che di passione, sugli spalti e in mezzo al campo, all’epoca ne aveva da vendere. Un calcio più povero di quello di oggi ma forse, più centrato sul senso stesso che tali competizioni rappresentavano, quelle dello sport e della sportività.
Luigi Martini: Calciatore, Pilota di Aerei di linea, Politico, Manager, Navigatore, Paracadutista
Gigi mi racconta alcuni aneddoti della sua vita, piccole pillole che ho ascoltato con attenzione, mentre rivivevo quel passato glorioso della brigata Maestrelli. Il suo grande amico Re Cecconi che, con la sua tragica fine che tutti ricordiamo, segna anche l’addio al calcio di “Gigi” che, evidentemente, dopo la sua scomparsa aveva perso ogni stimolo competitivo in quel periodo oltre che la perdita di un caro amico, anzi un fratello acquisito e compagno di squadra. Ma “Gigi” non abbandona lo sport del tutto.
Ha sempre avuto una particolare predisposizione per l’attività fisica e la competizione, grazie al suo fisico che gli ha sempre permesso di spingersi oltre. Si pensi che a riposo aveva 33 battiti al minuto e grandi capacità di recupero dopo uno sforzo intenso. Fino a 65 anni correva per 2 ore al giorno a buon ritmo e da qualche hanno si dedica ad attività che lui definisce più tranquille ma i suoi 10 km quotidiani di camminata se li fa sempre.
In questa piacevole “chiacchierata” tra di noi, ha raccontato anche la sua passione per il volo e come alla fine degli anni ’70 ottenne il brevetto di pilota di linea per cui lavorò per l’ATI e poi per l’Alitalia. Grande temerario ma anche persona equilibrata che sa riconoscere il pericolo e non lascia nulla al caso ha al suo attivo molti lanci come paracadutista; abile in aria come in mare e amante della navigazione mi ha narrato alcuni suoi scorci di vita passati in barca. Una barca a vela, naturalmente.
Ma “Gigi” è stato anche un deputato della repubblica per un decennio, dal 1996 al 2006 e un Manager: dal 2009 al 2011 fu presidente per una società nazionale incaricata al controllo del traffico aereo (CdA di ENAV S.p.A.).
Luigi Martini, il libro “La Lazio nella Leggenda”
Siamo tornati poi a parlare di calcio ma soprattutto di quel fantastico periodo della sua carriera professionale come calciatore nella S.S. Lazio e della sua nuova esperienza come scrittore, che lo ha visto realizzare un libro insieme a Silio Rossi, ex direttore de “Il tempo”, dal titolo: “La Lazio nella Leggenda”.
Un libro che narra aneddoti di una storia fatta di legami forti con il suo amico del cuore e compagno di squadra, Luciano Re Cecconi; del suo prematuro addio al calcio a soli 29 anni, in cui la tragica morte del suo amico fraterno, il biondo numero 8 di quella squadra del ’74, ne è stata un po’ la causa; la spacconeria di “Long John” ma anche del suo grande cuore (il gigante buono); la sua esperienza calcistica saltuaria nel calcio negli USA; fino anche al colloquio con Niels Liedom, che voleva portarlo alla Roma.
Insomma, un libro da leggere tutto d’un fiato di oltre 250 pagine e molte fotografie, rigorosamente in bianco e nero, che accompagnano il lettore in un tuffo nel passato, in quegli anni che raccontano le vicissitudini di una squadra formata da giocatori un po’ pazzi e stravaganti ma con una grande personalità che in quegli anni ’70 ha saputo tenere testa ai club più blasonati del nord Italia.
Un libro i cui i cui proventi degli autori verranno devoluti in beneficienza, al “Progetto Accoglienza” della “Fondazione Bambino Gesù Onlus”.
La piacevole esperienza di ieri avuta con Gigi, terminava con la promessa di ricontrarci a Roma, dove lui viene spesso, per realizzare uno speciale giornalistico sul suo libro e per ascoltare, direttamente, dalla sua voce, tratti della Lazio di quegli anni ’70, diventata Leggenda.
————————————————-
(*) Fonte [Lazio scudetto 1974 – la festa all’Olimpico di FRANCESCO TRONCARELLI https://www.youtube.com/watch?v=KQAPf3uSwek]