Le associazioni rappresentative di categoria chiedono chiarimenti alle Istituzioni e al Governo
Le associazioni di categoria rappresentative degli ambulatori, poliambulatori, cliniche e ospedali privati, composte da: FederAnisap, A.I.S.I., Confapi, Unindustria, Fenaspat, FederBiologi, Anmed, FederLazio,
Confcommercio, A.N.D.I.A.R., Consorzio Universitario Humanitas, SNR, FNOMCEO, FederSBV,
Cimest, OMCEO, ANSOC, Movimento Uniti per Unire, Associazione Gruppo Biologi, Fondazione
Longevitas, Associazione Medici di Origine Straniera, ANAAO – Assomed, Eurocomunicazione, AIOP
e ARIS, tutte unite sotto la sigla U.A.P. -Unione Nazionale A mbulatori, Poliambulatori, Enti e
Ospedalità Privata, hanno inviato la lettera di chiarimenti che qui di seguito si riporta alle Istituzioni
italiane, e segnatamente: al Presidente della Repubblica, Prof. Sergio Mattarella, al Presidente del
Consiglio, Giorgia Meloni, al Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, al Presidente della Conferenza
Regione Province autonome, Dott. Massimiliano Fedriga, al Direttore Generale dell’Agenas, Dott.
Domenico Mantoan, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Dott. Giancarlo Giorgetti, al Capo di
Gabinetto, Dott. Marco Mattei, al Capo dell’Ufficio legislativo, Presidente Massimo Lasalvia, al
Ragioniere Generale dello Stato, Dott.ssa Daria Perrotta, al Direttore della Direzione Generale del
Personale, Organizzazione e Bilancio del Ministero della salute, Dott. Giuseppe Celotto, al Capo
Dipartimento Programmazione, dispositivi medici del farmaco e politiche S.S.N., Prof. Francesco Saverio
Mennini e al Prof. Americo Cicchetti.
Le associazioni firmatarie sono Ill.me Autorità,
alla luce dei nuovi fondi che sono già stati stanziati per la sanità italiana, e di quelli ulteriori che si vogliono
stanziare con il Piano strutturale di bilancio, ammontanti a 2 miliardi di euro, come annunciato oggi dalla
nostra Presidente del Consiglio, l’U.A.P., Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e
Ospedalità Privata, chiede che venga mantenuto il medesimo nomenclatore tariffario del 2012 e i LEA,
con una indicizzazione del 75% a partire dal 2025.
Non poter continuare a mantenere il corrente nomenclatore tariffario ed i LEA provocherà, infatti, un
notevole danno anche alle stesse strutture pubbliche e agli ospedali, molti dei quali già in piano di rientro.
Inoltre, chiediamo alla Ragioneria dello Stato chiarimenti in merito ai criteri di attribuzione dei fondi
dedicati agli screening di prevenzione all’interno delle farmacie, che dovrebbero terminare la
sperimentazione nel 2025, ed in particolare, chiediamo di conoscere da dove sono stati reperiti i suddetti
fondi, atteso che in tale ambito le Regioni hanno proceduto ciascuna in maniera del tutto autonoma, in
autoregolamentazione, attribuendo fondi alle farmacie, prive dei requisiti di professionalità, competenza
e adeguatezza dei professionisti che eseguono le prestazioni sanitarie, che peraltro non assumono alcuna
responsabilità civile e penale nel caso di eventuale errore diagnostico.
Tale stanziamento, quindi, si pone in netto contrasto con le dichiarazioni secondo cui la sanità italiana
sarebbe priva di fondi, ragion per cui era stata ravvisata la necessità di abbattere i costi per le strutture
sanitarie private accreditate e per gli ospedali pubblici, i cui prezzi sono bloccati dal 1991, mentre vengono
stanziati fondi per le farmacie creando un’evidente disparità economica.
Per tali ragioni, chiediamo chiarimenti al MEF e alla Ragioneria di Stato sulla destinazione dei fondi che
dal 2024 dovevano essere indicizzati sulle strutture sanitarie, come indicato dal MEF, e per i quali era
stata stabilita una dispensa sui tetti di budget dell’1% nel 2024, del 3% nel 2025 e del 4% dal 2026, che
andavano a modulare i tetti di spesa
Infine, chiediamo che le Regioni rendano conto dei finanziamenti erogati e chiediamo la nomina