“La crisi iraniana, come già accaduto con la guerra in Ucraina, rischia di avere un conto salatissimo in termini di aumento dei prezzi dell’energia. Se la crisi dovesse andare avanti e davvero l’Iran decidesse di chiudere lo stretto di Hormuz, potremmo trovarci davanti a un nuovo shock petrolifero, con un rincaro esorbitante del prezzo del greggio e conseguentemente dei carburanti. Una circostanza che rischierebbe di far aumentare anche il costo degli altri idrocarburi e delle altre fonti di energia. Il mondo della logistica e dell’autotrasporto, che dà lavoro a migliaia di persone in Italia e permette la movimentazione delle merci, non potrebbe permettersi una stangata del genere, che finirebbe per tradursi in un aumento dei prezzi al consumo e in una vera e propria mazzata sul potere d’acquisto delle famiglie, che oltre a dover fare i conti con l’aumento del prezzo di diesel e benzina, dovrebbero anche fronteggiare il rincaro dei beni di consumo. Una nuova ondata inflazionistica sarebbe deleteria per l’economia. Auspichiamo che il governo prenda tutte le iniziative per scongiurare questi aumenti, che porterebbero solo danni e avrebbero come inevitabile conseguenza il blocco dell’autotrasporto”.
Lo dichiara Marco De Santis, membro del consiglio direttivo di Fedit, la Federazione Italiana Trasportatori.
Roma, 24 giugno 2025