(Adnkronos) – Il mercato automobilistico europeo ha registrato a luglio un ritorno alla crescita, con un incremento del 5,9% e 1.085.356 immatricolazioni, rispetto a 1.024.806 dello stesso mese del 2024. Si tratta di un segnale incoraggiante, che però va letto con cautela: nel confronto con il periodo pre-pandemia, le immatricolazioni risultano ancora inferiori del 18,4%, mentre il cumulato dei primi sette mesi dell’anno evidenzia un gap del 19%. Tra gennaio e luglio sono state immatricolate 7.900.877 unità, un risultato in linea con le 7.904.412 dello stesso periodo del 2024. La fotografia del mercato, quindi, restituisce uno scenario di sostanziale pareggio: una crescita moderata nei singoli mesi che però non si traduce ancora in una ripresa strutturale. Nello specifico l’analisi dei cinque principali mercati europei mostra dinamiche differenziate:
Spagna: luglio +17,1%, cumulato +14,3% e conferma la performance più robusta.
Germania: luglio +11,1%, cumulato -2,5% con una crescita mensile significativa ma ancora in calo nel complesso.
Regno Unito: luglio -5,0%, cumulato +2,4% si tratta di un andamento altalenante, ma positivo nel periodo gennaio-luglio.
Italia: luglio -5,1%, cumulato -3,7% con un mercato in contrazione, ma stabile nella terza posizione tra i Major Markets.
Francia: luglio -7,7%, cumulato -7,9% il Paese con la performance più negativa. “L’accordo commerciale UE–USA sui dazi apre uno scenario complesso: se da un lato offre stabilità al commercio internazionale, dall’altro impone all’Italia di vigilare sugli effetti che potrebbero ricadere sulla nostra componentistica, cuore pulsante delle esportazioni verso gli Stati Uniti”, afferma Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE. “Parallelamente, l’Italia deve colmare il gap che ci separa dall’Europa sulla mobilità elettrica: oggi la quota di BEV è quasi quattro volte inferiore alla media degli altri Paesi, e il ritardo nell’attivazione degli incentivi sta anche congelando il mercato. È fondamentale che le misure diventino subito operative, senza introdurre ulteriori paletti che ridurrebbero la platea dei modelli incentivabili e la capacità di utilizzare efficacemente i fondi disponibili. In questo contesto, diventa ancora più urgente un intervento sulla fiscalità delle auto aziendali in ottica di decarbonizzazione: chiediamo con forza una revisione complessiva, ancorché graduale, sfruttando la Delega Fiscale già prorogata, per aumentare la detraibilità dell’IVA, la deducibilità dei costi e ridurre i tempi di ammortamento”.
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