La grande sfida per una Roma più verde rischia di trasformarsi in una desolante fotografia di fallimento.
Dopo le prime denunce sull’area della pineta delle Acque Rosse e sul parco di via Ruggero Panerai ad Acilia, l’allarme si estende ora anche al V Municipio di Roma Capitale, dove la riforestazione finanziata con fondi del PNRR sembra essersi trasformata in un vero e proprio “cimitero di alberi”.
Il nuovo allarme al Parco Alessandrino e Parco Francesco Bonafede
A lanciare l’allarme è ancora una volta Marco Doria, ex presidente dei Parchi e Ville Storiche di Roma Capitale e oggi direttore del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Natura di Unisrita.
Doria ha presentato una nuova integrazione di denuncia ai carabinieri della compagnia di Ostia e ai carabinieri forestali, dopo aver effettuato un sopralluogo in due aree simbolo del progetto di riforestazione: il parco Alessandrino e il parco Francesco Bonafede.
Proprio qui, nel V Municipio, sono stati piantati quest’anno circa diecimila esemplari tra alberi e arbusti: 5.780 piante al Parco Bonafede e 5.080 alberi al Parco Alessandrino
Interventi gestiti da Città Metropolitana di Roma Capitale, con un finanziamento di 4 milioni e 464mila euro, e con l’obiettivo – -almeno sulla carta – di restituire vitalità, ossigeno e bellezza ai quartieri periferici della Capitale.

“Un cimitero di alberi e piante”: la denuncia di Marco Doria
A distanza di pochi mesi dalla messa a dimora, però, la situazione appare tutt’altro che incoraggiante.
Durante un controllo a campione su circa 500 arbusti per parco, Marco Doria ha rilevato che oltre l’80% delle piante risulta secco, segno di un possibile fallimento nella gestione post-piantumazione. “Mi sembra di attraversare immense distese di lapidi, un vero e proprio cimitero di alberi e piante. Una situazione che preoccupa, seppur non ancora certificata da agronomi, ma che mi permetto di denunciare”, ha dichiarato Doria, sottolineando la gravità del quadro e la necessità di un intervento immediato.
Le sue parole restituiscono l’immagine di un patrimonio ambientale compromesso, frutto – forse – di una mancata manutenzione e di un monitoraggio insufficiente dei progetti PNRR dedicati alla transizione ecologica urbana.
Dalla promessa di riforestazione al rischio di spreco ambientale
Il progetto di riforestazione urbana finanziato dal PNRR nasceva con ambizioni alte: migliorare la qualità dell’aria, creare ombra nelle aree urbane più calde, aumentare la biodiversità e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Un obiettivo perfettamente in linea con il piano di transizione verde che avrebbe dovuto trasformare Roma in una capitale europea più sostenibile.
Eppure, oggi, tra le zolle aride e i tronchi rinsecchiti del parco Bonafede e del parco Alessandrino, sembra restare soltanto l’eco di quella promessa. Le immagini raccontano di decine di piante mai attecchite, lasciate a morire sotto il sole, senza un sistema di irrigazione efficace né un controllo puntuale da parte delle autorità competenti.

Una riflessione sulla gestione dei fondi PNRR
Il caso sollevato da Marco Doria apre una riflessione più ampia: che fine fanno i progetti di riforestazione finanziati con fondi pubblici se mancano monitoraggio, manutenzione e responsabilità diretta nella gestione post-intervento?
La riforestazione non può esaurirsi nella fase della piantumazione. Gli alberi, per crescere e sopravvivere, hanno bisogno di cura costante, irrigazione regolare e tutela dai danni ambientali. Senza tutto questo, gli interventi rischiano di trasformarsi in sprechi milionari, che oltre a fallire sul piano ambientale, rappresentano una ferita per l’immagine stessa della città e per la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
Roma e il verde che non cresce
Dopo le denunce sul X Municipio, la replica della stessa situazione nel V Municipio mostra che il problema non è episodico, ma strutturale. Serve una revisione immediata delle modalità di gestione e di verifica dei progetti PNRR dedicati alla riforestazione urbana di Roma Capitale, prima che altre aree si trasformino in distese di tronchi secchi. Roma, città eterna, merita una politica del verde duratura e sostenibile, non un altro progetto lasciato seccare al primo sole estivo.
L’urgenza di una vera rinascita verde
La riforestazione non è solo una questione ambientale, ma un investimento sul futuro urbano, sociale e climatico di Roma. Il “cimitero di alberi” denunciato da Marco Doria deve servire da monito: senza una gestione attenta e partecipata, la transizione ecologica resta una parola vuota.
Perché piantare un albero significa progettare il domani, ma farlo sopravvivere è ciò che distingue la visione dalla semplice propaganda verde.



