“Qui siamo nati, qui moriremo”. È il grido di protesta che da giorni si leva dai palazzi ex Armellini di Ostia Ponente, dove decine di famiglie del Lotto G stanno vivendo momenti di angoscia e incertezza.
Sui balconi e sui muri campeggiano striscioni eloquenti: “SOS Prefetto Giannini, fermi gli sgomberi”, “Antonucci non siamo pacchi”, “Zevi e Antonucci sfrattano chi ha ricostruito”.
Una protesta che fotografa la drammatica situazione abitativa di centinaia di residenti storici del quartiere, molti dei quali vivono negli edifici ex Armellini da oltre cinquant’anni e ora rischiano di perdere tutto: casa, stabilità e dignità.
Case Armellini: famiglie sotto sfratto tra degrado e paura
Da mesi gli inquilini del Lotto G – tra cui anziani, famiglie con bambini e persone fragili – stanno ricevendo lettere di intimazione a lasciare le abitazioni, con la motivazione che gli immobili sarebbero “pericolanti”.
Tuttavia, come denunciano i residenti, non esiste alcuna perizia ufficiale che certifichi un reale rischio strutturale. Gli edifici, secondo quanto riportato dal Comitato Lotto G, necessiterebbero soltanto di interventi di manutenzione e ristrutturazione, ma non rappresenterebbero un pericolo immediato per la sicurezza pubblica.
“Viviamo qui da una vita, abbiamo cresciuto i nostri figli tra queste mura. Abbiamo pagato, ristrutturato, resistito al degrado. Ora ci vogliono mandare via senza motivo, con la scusa della sicurezza”, raccontano alcuni residenti.
Un appello al Prefetto e a Roma Capitale
Il Comitato degli inquilini del Lotto G ha inviato un appello al Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, chiedendo di fermare gli sgomberi e di convocare un tavolo di confronto urgente.
Nel documento, i residenti ricordano che gli immobili sono di proprietà della società Moreno Estate e che la situazione riguarda oltre 1.041 famiglie distribuite tra diversi lotti di Ostia Ponente.
“Siamo a conoscenza dell’Accordo Quadro tra Moreno Estate e Roma Capitale – scrive il Comitato – che non prevedeva lo sgombero degli inquilini, ma la definizione dei contenziosi e la realizzazione di interventi di ristrutturazione straordinaria, con la prospettiva di una futura acquisizione degli immobili da parte del Comune. Nonostante ciò, oggi veniamo minacciati di allontanamento dalle nostre abitazioni.”
Secondo i residenti, la prospettiva di nuove opere di riqualificazione finanziate con fondi PNRR avrebbe reso le aree particolarmente appetibili per interessi privati, mettendo così a rischio il diritto all’abitare delle famiglie storiche di Ostia.

“Un’ingiusta deportazione”: la rabbia dei residenti
L’ultima manutenzione risale al 1998, e da allora gli inquilini raccontano di aver speso di tasca propria migliaia di euro per sistemare impianti, infissi e intonaci. Oggi, quegli stessi cittadini rischiano di essere sfrattati senza alternative dignitose.
“Ci vogliono mandare via da case che abbiamo mantenuto a nostre spese – afferma una residente – per trasferirci in alloggi piccoli e fatiscenti, che dovremmo ristrutturare di nuovo da soli. È un’ingiustizia.”
Molti di loro definiscono questa situazione un ‘ “ingiustizia sociale”, che colpisce soprattutto chi non ha mezzi per difendersi. “Tra noi ci sono anziani, disabili, persone malate. Non possiamo essere trattati come pacchi da spostare a piacimento”, aggiunge il Comitato.
L’intervento di Giustizia X Ostia: “Case fatiscenti e soluzioni inaccettabili”
A raccogliere l’appello delle famiglie è stata anche l’associazione Giustizia X Ostia, guidata dal presidente Mauro Delicato, che ha effettuato un sopralluogo nell’area e avviato una richiesta ufficiale di chiarimenti all’assessore al Bilancio e Politiche Abitative Giuseppe Sesa del X Municipio e alla Commissione Patrimonio di Roma Capitale.
“Dopo l’incontro con il Patrimonio – spiega Delicato – è stato detto ai residenti che dovranno trasferirsi nelle nuove case proposte. Ma quegli alloggi sono in condizioni pessime: bagni rattoppati, mattonelle cadenti, stanze troppo piccole. Chi ha ristrutturato a proprie spese le case Armellini non può essere costretto a ricominciare da zero.”
Secondo Delicato, il trasferimento proposto non rappresenta una soluzione, ma un ulteriore disagio sociale che rischia di aggravare la sofferenza delle famiglie più vulnerabili.
Il diritto alla casa e il futuro di Ostia Ponente
Il caso delle Case Armellini è destinato a diventare uno dei principali nodi dell’emergenza abitativa romana.
Le famiglie chiedono ora che Roma Capitale e Moreno Estate vengano ricondotte a un tavolo di confronto per trovare una soluzione equa e rispettosa della dignità umana, evitando che le logiche economiche prevalgano sul diritto costituzionale alla casa.
“Non vogliamo privilegi, ma giustizia e rispetto. Qui siamo nati e qui vogliamo restare”, ribadiscono i residenti del Lotto G.
Un grido che si alza da Ostia Ponente e che interpella le istituzioni locali e nazionali, chiamate a intervenire prima che l’ennesimo quartiere romano perda la propria identità e la propria memoria collettiva.
Ostia chiede ascolto e dignità
Un diritto all’abitare che ora rischia di soccombere davanti a logiche economiche e amministrative. Mentre le famiglie del Lotto G resistono, appendendo striscioni e chiedendo un incontro al Prefetto, Ostia diventa il teatro di una battaglia di dignità, quella di chi non vuole essere sfrattato due volte: prima dalla casa e poi dalla storia.


