Roma e Lazio arrivano alla “stracittadina” più sentita in assoluto in Italia con due risultati positivi ottenuti nell’ultima giornata di campionato
- articolo di Massimo Catalucci
Riecco la “stracittadina” più sentita in Italia e più seguita, probabilmente, al mondo.
Il “derby” nella Capitale non è mai una partita come tutte le altre, che si tratti di campionato che di coppa. E’ una gara che si inizia a sentire e vivere da subito dopo l’ultima gara disputata e che precede il derby.
Nella Capitale c’è un clima euforico misto a paura (perdere un derby per un romano è “avvilente”) e se è vero che la posizione in classifica è sempre un dato importante in ragione delle qualificazioni alle prossime coppe europee o quanto meno, rispetto all’altra squadra capitolina alla fine del campionato, è anche vero che eventuali distanze tra le due compagini, biancocelesti e giallorossi, in prospettiva del derby, vengono solitamente annullate, perché questo match rappresenta da sempre la grande rivalità che sussiste tra le due tifoserie divise nella grande metropoli dallo scorrere millenario di quello che fu “il biondo Tevere”.
Il derby è una moltitudine di colori biancocelesti e giallorossi che iniziano a dispiegarsi nelle vie della città eterna nelle fasi preparatorie che avvicinano alla gara.
Colori che “esplodono” nel loro splendore su bandiere, sciarpe, cappelli, stendardi, striscioni e scenografie, quest’ultime pronte ad dispiegarsi sugli spalti dello Stadio Olimpico, come fossero il telo di un sipario in un grande teatro a cielo aperto, per manifestarsi a tutti in un bellissimo colpo d’occhio, al momento dell’entrata in campo delle due squadre, pochi istanti prima del fischio d’inizio della gara.
Il derby nella Capitale d’Italia non è stato, non è, e non sarà mai una gara come tutte le altre.
Forse alcuni vedono questo come un segno di “provincialismo”, di “piccolezza”, se confrontato con i derby delle solite potenti (economicamente) società di calcio del nord Italia. Invece, è da credere che, quello che accade nella Capitale sia unico sotto il profilo dello spettacolo di uno sport molto diffuso e amato in tutto il mondo, qual è il gioco del calcio (football o soccer…decidete voi).
Non sono gli sfottò, i colori e le scenografie sugli spalti che sono sbagliati ma le violenze, quelle si, vorremmo non si verificassero mai; gli scontri tra tifosi (difficile chiamare così chi si macchia di violenza verso altri suoi simili o devasta beni comuni e/o privati) purtroppo, sono il capitolo più brutto di una giornata che dovrebbe essere all’insegna, esclusivamente, dei valori sportivi.
Ma questo non accade solo nella Capitale tra laziali e romanisti, sono fenomeni di una società malata, purtroppo, che registriamo in tante altre città italiane in cui c’è una gara di calcio e in qualsiasi categoria. E’ la mancanza di una vera cultura del pensiero sportivo.
La delusione per una gara persa ci può stare, questa è legittima, laddove le cose non vanno come il tifoso vorrebbe ma non devono mai sfociare in atti violenti, per cui ci auguriamo che questo derby, al di là dell’esito finale del risultato, sia soprattutto all’insegna dello spettacolo sportivo con una cornice di pubblico degna della stracittadina più seguita al mondo.
Le dichiarazioni degli allenatori nel pre-gara
DE ROSSI – “Devi preparare tutto, sapendo che è una partita che non avrà conseguenze normali, non ha lo stesso stress di un Roma-Sassuolo. C’è qualcosa di diverso. Abbiamo un passato non positivo nei derby recenti. C’è voglia di rivalsa nei ragazzi, va alimentata ma senza andare oltre. C’è una partita di calcio da preparare contro una squadra forte e dobbiamo rimanere lucidi per poter essere una squadra di calcio anche noi”.
“Viverla da allenatore ti cambia tanto. Con gli anni ero diventato bravo a gestirla. Al di là del ruolo è un vantaggio dell’età, oggi sono abbastanza tranquillo, nonostante sia ovviamente emozionato. I ragazzi la stanno approcciando bene, lavorano forte, sono sereni. La stiamo caricando al punto giusto, senza esagerare”.
“Tante notti fantastiche, altre meno belle (DDR si riferisce ai derby che ha giocato nella Capitale – NDR). Se giochi 20 anni in un posto, non puoi avere solo ricordi positivi. Ripenso al primo derby, subentrando nel derby con il gol di tacco di Mancini. Ero l’uomo più felice del mondo a fine gara, ero giovane, sono cose che non dimentichi. Ne ho giocati tanti, sarebbe riduttivo citare un solo episodio. Ricordo con piacere il fatto di soffrirlo nei primi anni, era l’unica partita nella quale entravo in campo teso, poi ho iniziato a giocarli, bene o male, mentre i primi 3-4 derby non li ho giocati veramente“.
“Non sappiamo con certezza se Zaccagni ci sarà o meno. Abbiamo poco per fare ipotesi sulla Lazio, ci concentriamo su di noi, conoscendo comunque la filosofia di gioco di Tudor, sapendo che la Lazio non giocherà per 90 minuti come giocava l’Hellas Verona perché ci vuole tempo. Ipotesi vere e proprie sulla formazione non ne possiamo fare, abbiamo visto veramente poco finora”.
“Entrambi siamo subentrati (riferito a Tudor NDR), senza avere molto tempo per allenare. Con le coppe di mezzo, ci si allena poi molto poco. Lui è un allenatore importante, con un’idea ben precisa, una filiale di allenatori con Gasperini come capostipite. Lui è molto intelligente, sa che non con tutti si può fare un tipo di calcio come con l’Hellas Verona. Dipende molto dai giocatori che ha trovato. Lo stimo molto“.
TUDOR – “Una Lazio giusta, di tutte le cose che deve avere. Testa, cuore, gambe. Una partita molto sentita, a maggior ragione va usata la testa, andare forte e fare il meglio possibile”.
“A me sono sempre piaciute queste partite importanti. Anche l’altra verità è giusta, una partita come le altre. Tu non puoi scappare dalle sensazioni che ha la gente. Ti deve dare qualcosa in più senza perdere la testa, il derby va vissuto in questo modo, piacevole anche. Giusto antagonismo e rispetto per gli avversari, del gioco e del calcio. Questo per me è il vero derby, stare sempre nel giusto. Di forzare la bellezza di questo sport”.
“È una partita particolare, ci sono anche i momenti da dover valutare, di pensare bene, di essere intelligenti e furbi. Dall’altra parte anche non rinunciare a chi sei”.
“Noi dobbiamo giocare subito dopo tre giorni, loro hanno avuto un giorno in più. Da questo punto di vista anche meglio, perché i giocatori sono stati sul focus della partita. Delle emozioni ne potremo parlare dopo la gara”.
Le probabili formazioni
ROMA (4-3-3): Svilar; Celik, Mancini, Llorente, Angelino; Pellegrini, Paredes, Cristante; Dybala, Lukaku, El Shaarawy.
All.: De Rossi
La squadra arbitrale, VAR e AVAR
Arbitro: Marco Guida (sez. Torre Annunziata)
Assistenti di linea: Di Iorio e Perrotti
IV Uomo: Fabbri
VAR: Irrati
AVAR: Maresca
Dove seguire la diretta TV e in Streaming
La partita fra Roma e Lazio, che avrà inizio alle ore 18:00 del 7 aprile 2024 e si disputerà allo Stadio Olimpico nella Capitale, sarà trasmessa in esclusiva su Dazn. Gli abbonati potranno vedere il derby collegandosi tramite app su smart tv oppure collegare al televisore una console PlayStation 4/5 o Xbox, TIMVISION BOX o dispositivo Amazon Fire TV Stick o Google Chromecast. Visione possibile tramite app o sito Dazn su tablet, pc e smartphone.
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