Continua la linea intrapresa dall’UE sulla diffusione di programmi LGBTQ+ per i minori negli Stati europei e in modo insistente in quei Paesi che hanno una forte cultura tradizionale basata sui valori cristiani
Avevamo già affrontato sulle pagine del nostro giornale il tema sociale sul mondo LGBTQ+, in particolare, legato alla diffusione di percorsi “informativi”, “educativi” e “formativi” per giovani teenager, voluti dall’UE (vedi articoli del 28/07/2024 – del 14/08/2024 – del 28/08/2024).
E questa costante iniziativa intrapresa dall’UE, sembra come se volesse insistere, forse sarebbe il caso di dire provocare, o ancora meglio destabilizzare, soprattutto quegli Stati che hanno ancora una forte cultura tradizionale basata sui valori cristiani.
Intanto, l’UE sta attualmente spendendo circa 2.5 milioni di euro per iniziative dedicate ai giovani LGBT nell’ambito del programma Erasmus+
Programmi che coinvolgono un pubblico ben specifico, che popola in generale l’ambiente scolastico: bambini, animatori e insegnanti; con l’idea di distillare informazioni e orientamenti nei giovani e prima ancora, nel sistema educativo globale.
D’altra parte, si mira alla scuola perché è un bacino d’utenza molto ampio e dove, soprattutto, si formano le persone dai primi anni di vita.
Di questa tendenza Informativa, educativa e formativa dell’UE, non sono d’accordo in molti in Europa e ci sono movimenti popolari che stanno dando battaglia alle iniziative eruopee pro LGBTQ+ per fermare l’indottrinamento gender dei minori.
Come quella messa in atto dalla Fondazione CitizenGo che chiede di fermare il programma LGBT dell’UE con la petizione denominata “Stop ai finanziamenti UE per i pericolosi programmi di indottrinamento LGBT”.
Questo il link della loro campagna contro l’iniziativa LGBT dell’UE (clicca qui)
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