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(MeridianaNotizie) Roma, 2 luglio 2013 – Un gesto di ordinaria follia. Un vigile urbano sospeso dal servizio, Giuseppe Pecoraro, è entrato stamattina nella sede del Comune di Cardano al Campo (Varese) e ha sparato alcuni colpi di pistola contro il sindaco, Laura Prati, che è rimasta ferita gravemente all’addome e a un braccio. Ferito nella sparatoria alla testa e all’addome anche il vicesindaco e assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Costantino Iametti, 76 anni, anche lui in gravi condizioni. Il sindaco è stato trasportato con l’elicottero all’ospedale di Gallarate, mentre il vicesindaco è stato ricoverato all’ospedale di Varese. I testimoni hanno raccontato che l’uomo è entrato armato di pistola nel Municipio e, dopo aver fatto allontanare i dipendenti, è entrato nell’ufficio dove si trovavano il sindaco e il vice.
Ha sparato alcuni colpi di pistola e ha esclamato: «Ho regolato i conti». Pecoraro, ex comandante della polizia municipale di Cardano, era stato sospeso dal servizio in quanto recentemente condannato in primo grado per una vicenda di truffa e peculato che aveva coinvolto anche altri dipendenti. Dopo la sparatoria il vigile è entrato nella sede del sindacato Spi Cgil (Sindacato Pensionati Italiani) in via Mameli, vicino al municipio, urlando, e ha fatto uscire le persone nel locale. Poi ha lanciato quello che ai presenti è apparso come un fumogeno o un rudimentale ordigno incendiario. Lo ha raccontato Umberto Colombo, segretario dello Spi Cgil di Varese, che è andato sul posto, tuttora transennato dalle forze dell’ordine. Nel locale si è sviluppato un principio di incendio che è stato spento dai dipendenti del sindacato con gli estintori. Quando è entrato l’uomo nella sede erano presenti diverse persone, tra dipendenti e pensionati che stavano sbrigando alcune pratiche. «Mi ha detto “ho regolato i conti” prima di allontanarsi – racconta una dipendente del Comune – I colleghi del municipio avevano visto la sua macchina fin dalle 8 stamani, credo abbia atteso l’apertura alle 9.30 o forse ha proprio aspettato che arrivasse il sindaco». All’uomo era stata tolta la pistola d’ordinanza ma nessuno, a quanto pare, gli aveva sequestrato le armi che era legalmente abilitato a detenere. Alcuni testimoni parlano di un’intera collezione di pistole e fucili.
Il servizio di Cristina Pantaleoni
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