De Laurentiis: “In Italia si stima siano 120.000-150.000 le donne che lottano contro il tumore del seno in fase avanzata”
(MeridianaNotizie), Roma 31 gennaio 2014 – Un vero e proprio “cambio di paradigma” nella terapia del tumore al seno: anche in Italia arriva Everolimus, primo farmaco mirato per il carcinoma mammario in fase avanzata, positivo al recettore per gli estrogeni e HER2 negativo. Un farmaco che permette di andare oltre il tradizionale binomio chemioterapia-ormonoterapia: le pazienti possono essere trattate in maniera efficace con una terapia orale posticipando l’approccio chemioterapico a una fase più avanzata della malattia. A parlarcene Paolo Pronzato, Direttore di Oncologia Medica Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova.
Come ha dimostrato lo studio clinico Bolero 2, condotto in 189 Centri di 24 Paesi, il farmaco è in grado di raddoppiare il tempo di controllo di progressione della malattia, migliorare la percezione della qualità di vita nelle donne e con un buon profilo di tollerabilità, come ha spiegato Sabino De Placido, Direttore Struttura Complessa di Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Un’opportunità terapeutica, presentata nel corso di una conferenza stampa a Napoli, al cui sviluppo hanno contribuito in maniera determinante i Centri di eccellenza italiani, alcuni dei quali sono stati premiati con il “The Luminal Breast Practice Award” riconoscimento promosso da Novartis e destinato ai giovani ricercatori e oncologi clinici impegnati sul fronte del tumore al seno.
«In Italia si stima siano 120.000-150.000 le donne che lottano contro il tumore del seno in fase avanzata. Delle 45.000 donne che ogni anno si ammalano di tumore al seno, 10-12.000 sviluppano nel tempo una forma avanzata», sostiene Michelino De Laurentiis, Direttore U.O.C. di Oncologia Medica Senologica all’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G.Pascale” di Napoli.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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