Berlusconi deciderà solo in ultimo se presentarsi o meno all’udienza in quanto, visto il problema al ginocchio, gli stessi medici avrebbero sconsigliato di muoversi da casa.
(MeridianaNotizie) Roma, 10 aprile 2014 – Siamo alla resa dei conti: oggi pomeriggio in un’aula al pian terreno del Palazzo di Giustizia di Milano, giudici e difensori cercheranno di definire un programma riparatorio per Silvio Berlusconi, l’ex premier e leader di Forza Italia, condannato in via definitiva per il caso Mediaset a quattro anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto. Il Tribunale di Sorveglianza, dovrà infatti decidere se accogliere la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali per espiare la rimanente pena di un anno da parte dell’ex presidente del Consiglio. Berlusconi deciderà solo in ultimo se presentarsi o meno all’udienza in quanto, visto il problema al ginocchio, gli stessi medici avrebbero sconsigliato di muoversi da casa. E sulla stessa linea i suoi legali, che avrebbero frenato qualsiasi intenzione, ventilata nei giorni scorsi, di opporre un legittimo impedimento e presentare una richiesta di rinvio. Presenti in aula saranno, quindi, gli avvocati Franco Coppi e il legale-parlamentare Niccolò Ghedini, che discuteranno con i giudici su come far espiare al leader di Forza Italia quei 12 mesi che restano della condanna resa definitiva dalla Cassazione il primo agosto scorso. Quel che è certo è che, data anche l’età, non finirà in carcere. I difensori Ghedini e Coppi, nella memoria lunga dieci pagine presentata al Tribunale di Milano, hanno spiegato che l’attività alla quale vuole dedicarsi il loro assistito è quella di occuparsi di pazienti con handicap fisici e mentali, ‘su cui sviluppare nuovi stimoli in quanto rassegnati alla disabilità’. Non si tratterebbe di un’attività da svolgere in ospedale – come quella indicata dall’Uepe che propone l’aiuto ad anziani e disabili in una casa di cura – ma di un lavoro all’aria aperta e in un centro che al momento non esiste: la struttura infatti, specifica il documento della difesa, non è ancora aperta.
Una prima proposta, qualora dovesse essere accolta l’istanza di affidamento, è stata presentata, su impulso degli stessi magistrati di Sorveglianza, dall’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, che ha in carico l’ex Cavaliere: assistere gli anziani, anche disabili, in una struttura dell’ hinterland milanese, non molto lontano dalla sua residenza di Arcore, per mezza giornata una volta alla settimana. Un’attività di volontariato che, da quanto si è saputo, punta a istradare l’ex capo del Governo lungo un percorso riabilitativo e che è stata studiata nei minimi dettagli, anche quelli logistici legati agli spostamenti di Berlusconi con tanto di scorta e clamore mediatico.
L’ultima parola però, nonostante il programma suggerito dai servizi sociali, spetterà al Presidente del Tribunale di Sorveglianza Pasquale Nobile De Santis e al giudice relatore Beatrice Crosti, che decideranno entro cinque giorni (non sono tassativi), affiancati da due esperti esterni: la criminologa Silvia Guidali e la sociologa Federica Brunelli. Una volta depositato, il provvedimento, sia che disponga l’affidamento in prova sia la detenzione domiciliare (nell’istanza depositata lo scorso 11 ottobre Berlusconi aveva indicato Arcore come domicilio per l’affidamento, per poi spostarlo nella residenza di Palazzo Grazioli), verrà trasmesso alle parti e anche all’ufficio della Procura della Repubblica competente per l’esecuzione.
Nel primo caso entrerà in scena l’Uepe, che entro 10 giorni convocherà il condannato per la firma del verbale in cui sono elencate le prescrizioni come il divieto di frequentare pregiudicati e tossicodipendenti, non uscire di casa dalle 23 alle 6 di mattina e non allontanarsi dalla Regione Lombardia o dalla Provincia del luogo dove ha eletto il domicilio. Da questo momento, inoltre, comincerà a decorrere la pena, cioè verranno scalati i giorni di pena espiata fino a quando il leader di Forza Italia avrà saldato il suo debito con la giustizia. E se il suo percorso di riabilitazione, fatto anche di colloqui con un assistente sociale, dovesse essere giudicato positivo, al termine del primo semestre, l’ex Cavaliere godrebbe anche di una liberazione anticipata di 45 giorni. Se invece dovesse essere disposta la detenzione domiciliare, sarebbero, come accade di solito, i carabinieri ad occuparsene e, eccetto deroghe, il leader di Forza Italia, potrebbe uscire di casa solo un paio d’ore al giorno.
Il servizio di Antonella D’Angelo
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