«Adesso vi faccio vedere come muore un italiano». Sono state queste le ultime parole di Fabrizio Quattrocchi, il contractor italiano rapito e poi ucciso in Iraq. Era il 14 aprile del 2004, esattamente dieci anni fa
(MeridianaNotizie) Roma, 14 aprile 2014 – Davanti agli aguzzini pronti a freddarlo con un colpo alla nuca disse, distintamente e con voce ferma, «vi faccio vedere come muore un italiano». Furono le sue ultime parole. Poi, un attimo prima che il colpo partisse, in ginocchio in una buca che gli farà da fossa, con le mani legate e con gli occhi coperti da una kefiah che gli avvolgeva tutta la testa, ha chiesto di togliersi il cappuccio, per guardare negli occhi i suoi assassini. In pochi sapevano chi fosse Fabrizio Quattrocchi, l’italiano dal gesto coraggioso. «Vi faccio vedere come muore un italiano» fu il suo saluto al mondo, al suo Paese. Quelle parole, pronunciate nella sua lingua nonostante conoscesse bene l’inglese, sono rimaste impresse nella mente e nel cuore di chi le ha lette sulle prime pagine dei giornali, ascoltate nei titoli di apertura dei Tg.
Parole che risuonano ancora oggi, a distanza di 10 anni. Era il 14 aprile del 2004 quando Fabrizio Quattrocchiè stato ucciso solo perché italiano, a 36 anni. Era stato rapito alcuni giorni prima dalle Brigate verdi di Maometto, un gruppo sconosciuto prima, insieme ai suoi colleghi, liberati dalle truppe americane dopo 58 giorni di prigionia, perché, così facendo, volevano far capire al nostro governo che solo accettando il ritiro dall’Iraq sarebbe stata garantita la salvezza degli altri. Il video dell’uccisione fu spedito alla tv del Qatar «Al Jazeera», che si è sempre rifiutata di mandarlo in onda sostenendo che le immagini contenute fossero «troppo cruenti». L’emittente si rifiutò di diffonderle nonostante avesse già trasmesso, ripetutamente, scene di vittime di guerra e filmati di esecuzioni.
“Ammetterlo fa molto male eppure a dieci anni dal suo assassinio l’Italia s’è dimenticata di Fabrizio Quattrocchi. Gli hanno dedicato qualche piazza, ma poi tutto è finito lì. Di Fabrizio non c’è più memoria. Nessuno sembra volerlo ricordare”. Dieci anni dopo esser stato barbaramente trucidato inIraq, dieci anni dopo essersi strappato il bavaglio e aver urlato ai propri assassini “ Vi mostro come muore un italiano”, Quattrocchi rischia di esser dimenticato dalla stessa patria a cui ha dedicato gli ultimi istanti della propria vita. Per il governo e le istituzioni italiane Fabrizio Quattrocchi è ormai un illustre sconosciuto. Un caduto scomodo e dimenticato. Un morto indegno d’esser ricordato.
Salvatore Stefio, ex compagno di prigionia in Iraq dove Quattrocchi fu ucciso dagli insorti nel 2004, parla al Giornale: «Lo ricorderemo io, Maurizio e Umberto Cupertino riunendoci con la sorella davanti alla tomba di famiglia a Genova. Sarà una cerimonia intima e privata. Del resto il mancato ricordo rientra nel clima di questo paese. Non è neppure una novità».
La Redazione
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