In tanti l’hanno accolto e acclamato ieri sotto il palco del Concertone del Primo Maggio a piazza San Giovanni e altrettanti hanno aspettato con ansia la sveglia questa mattina per twittare a più non posso sulle ormai famose parole: “Il non eletto, ovvero il boy-scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia c’è una grande guerra interna, e si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. Fa elemosine da 80 euro: noi però abbiamo bisogno di lavoro».
(MeridianaNotizie) Roma, 2 maggio 2014 – Tra i tanti utenti spuntano i cinguetii degli esponenti democratici, primo fra tutti Francesco Nicodemo, responsabile Comunicazione del Nazareno: «Da Fata Morgana alle scie chimiche ‘all’elemosina degli #80euro’. Il cerchio di Pelù si chiude, non c’è che dire». «Quando un artista non vende più dischi ha bisogno di riconquistare la ribalta attaccando ed offendendo chi lavora per il Paese e prova a cambiare le cose. Che tristezza» posta Giampiero Giulietti. Pina Picierno scrive: «Quando la buona politica va veloce succede che pure il rock diventa lento. Piero Pelù esci dai panni del rocker…». Critico anche Gad Lerner: «Piero Pelù in concerto è libero di dire ciò che vuole ma definire Renzi “il boy scout di Licio Gelli” per me resta palesemente una fesseria». E ancora, Marco Di Maio: «Se a dare la linea agli oppositori del Governo #Renzi è Piero #Pelu, vuol dire che @matteorenzi sta lavorando bene e può star tranquillo…».
L’estate fiorentina di Piero Pelù : La cosa più divertente e che sta scatenando polemiche degne di un post primo maggio sono i ricordi dei fiorentini, che associano il nome di Pelù non solo al Litfiba, storica band rock italiana, ma anche all’estate fiorentina. Si perché Piero Pelù faceva il direttore artistico di Fi.Esta nel 2007, chiamato dall’allora primo cittadino Leonardo Domenici. Incarico che non venne rinnovato quando sindaco diventò Matteo Renzi. Molti in Rete ipotizzano che Pelù da allora ce l’abbia con il premier
Il comunicato per la sua nomina parlava del rocker cosi «Pelu’ stato individuato proprio per la sua preziosa esperienze maturata in campo musicale, per l’attenzione che da anni rivolge al mondo dei giovani, per il suo radicamento sul territorio cittadino e per la sua formazione culturale». Il compenso stabilito per l’incarico eracirca70mila euro. L’opposizione in consiglio comunale denunciò che Pelù prendeva il doppio rispetto a quanto percepito dal precedente direttore artistico Mauro Pagani. Fi.Esta costò un milione di euro. Nel 2009, quando Renzi diventò sindaco, Riccardo Ventrella, che non percepiva stipendio, fu nominato direttore artistico.
In un post su Facebook del 2013, Pelù ricostruì così la vicenda: «Firenze poteva diventare un laboratorio culturale, ma così non fu perchè i 250 mila euro che avevo ritagliato dal budget 2007 furono “puppati” da qualche squalo che non era abbastanza appagato dai sold-out delle sue serate. Per questo nell’ottobre 2007 me ne andai da FI.ESTA. Per 10 mesi di superlavoro certosino e un programma che fu per Firenze a livelli di capitale europea della cultura presi, alla fine del 2007, 60mila euro. Renzi si arrampica sugli specchi e tenta inutilmente di demolire la mia esperienza di FI.ESTA 2007 prendendo un palo clamoroso». L’anno successivo l’assessore di allora avrebbe voluto di nuovo Pelù, ma il cantante non venne. Poi il 2009 e la scelta di Renzi cadde su Riccardo Ventrella.
Piero Pelù Vs Renzi, un conflitto di lunga data : Pelù non è nuovo ad attacchi contro Renzi. Nel 2013, su Facebook lo aveva definito «il sindaco più latitante della storia», consigliandogli di asfaltare le buche della città. La replica arrivò direttamente dall’ex primo cittadino su Twitter: Piero Pelù «ha fatto il consulente artistico al Comune di Firenze prima che arrivassi io, e abbiamo visto i risultati… L’Estate fiorentina ora funziona, prima non funzionava; lui prendeva i soldi, e chi c’è ora, Riccardo Ventrella, non prende soldi».
Piero Pelù e il post su Facebook dopo il Concertone : Appena tornato in camerino, Pelù spiega le sue dichiarazioni sul palco: «Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro». E aggiunge con ironia: «Stasera non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato “hai detto tutto bene”».
La risposta di Piero Pelù alle polemiche sui social network : Dopo le dichiarazioni al Concertone del 1 Maggio a Roma che hanno scatenato polemiche, sul suo profilo Facebook, Piero Pelù, riferendosi alla frase “Non vogliamo l’elemosina di 80 euro, vogliamo lavoro”, spiega: ”Lo so che ci sono milioni di italiani che sopravvivono con stipendi o pensioni da vera fame, non volevo certo offenderVi”.
“A Voi va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà – scrive Pelù su Fb – non volevo certo offenderVi! Con tutta la calma del mondo credo però che sia importante capire che per costruire un futuro vero per se e per i propri figli ci sia bisogno solo di una cosa: il lavoro, onesto e… ben retribuito”. Il rocker aggiunge poi che “è chiaro che 80 euro al mese aiutano un mensile che sta tra i 700-1200 euro ma il problema di fondo rimane: dove sta il lavoro, quello a tempo INDETERMINATO che ti garantirà stabilità e poi la tanto agognata pensione? IO PARLO DA PERSONA LIBERA DA SCHEMI DI PARTITI E\O MOVIMENTI, ho avuto a che fare quanto basta con la “politica italiana” per capire che questa mossa da 80 euro di Renzi è una gran trovata pre-elettorale di grande effetto “TUTTI BRAVI TUTTI BUONI, MA SOLO IN TEMPO DI ELEZIONI”.
“Questi soldi – afferma Pelù – usciranno dalle tasche di chi li riceverà con la massima velocità come solo i grandi prestigiatori sanno fare. Come? Ad esempio con l’aumento delle accise su tutti i carburanti possibili e immaginabili, addirittura avremo le accise sulla birra… Aumenteranno le tasse sui rifiuti, diminuiranno i soldi per la scuola pubblica, diminuiranno i soldi per la sanità pubblica, aumenteranno i prezzi dei servizi “pubblici” che saranno privatizzati al più presto con aumenti incontrollati dei prezzi, poi diminuiranno le detrazioni per chi ha familiari a carico e per chi ha lavoratori dipendenti, questo giusto per massacrare le piccole imprese e quindi favorire solo un LAVORO: quello NERO”. Nell’intervento di ieri aveva attaccato anche le spese militari per gli F35: “dovevano essere 12, poi 15 ora 20 miliardi di euro, domani chissà?”. Poi conclude sintetizzando il suo intervento: “Tralasciando per un attimo la quantità di sprechi abominevole del nostro Stato, quanti 80 euro ci stanno dentro 20 miliardi di euro? ma soprattutto quanto LAVORO VERO E ONESTO si può creare con 20 miliardi di euro?”.
Cristina Pantaleoni
Altre videonews di Cronaca
Porta il cane a morire, sei mesi dopo lo trova nel retro della clinica: “usato per trasfusioni”
“Questa droga non mi piace” e il pusher lo accoltella. Succede a Termini