(MeridianaNotizie) Roma, 9 maggio 2014 – Fumogeni, fischietti e bandiere per chiedere al Ministero della Salute un “No” alla privatizzazione della Croce Rossa Italiana e al taglio dei salari. Circa 200 da tutta Italia, molti con le classiche divise da lavoro rosse e arancioni, i lavoratori al presidio organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Cisal e Usb davanti alla sede del dicastero in Lungotevere Ripa. La protesta arriva dopo il recente incontro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con lo scopo di arrivare a una conciliazione sulla vertenza in atto con la Croce Rossa Italiana, finito con esito negativo, secondo i sindacati, “per l’atteggiamento di chiusura dell’organizzazione”.
Alla privatizzazione si lega l’altro pomo della discordia, il nuovo contratto che, per Paolo Liberati della Uilpa, “taglierà i salari dei dipendenti del 30%, non garantendo la base occupazionale dato che non sono state studiate norme di raccordo con il precedente protocollo”. Perciò le organizzazioni sindacali chiedono “al ministro Beatrice Lorenzin un tavolo di confronto per verificare le possibilità e quelle che sono le norme da applicare”. Più duro Raffaele Giannella, dell’Usb Lombardia: “In oltre vent’anni di lavoro questo schifo non l’avevo mai visto. Chi ne pagherà le conseguenze saranno i cittadini, oltre alle 4.000 famiglie che con la privatizzazione rischiano di andare per strada”. “Con la scusa del risparmio – conclude – andranno a spendere di più perché sbricioleranno la Croce Rossa in una serie di società”.
La Redazione
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