(MeridianaNotizie) Roma, 18 giugno 2014 – Una vasta operazione antimafia, denominata in codice “Fiume”, è stata messa in atto a Palermo. Cento agenti della Dia hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare con le accuse di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione. Tra gli arrestati figura anche Guido Spina, indicato dagli investigatori come il capomafia dello Zen. L’operazione mira a disarticolare le cosche che operano nello storico mandamento di San Lorenzo e Tommaso Natale. Numerosi arrestati gravitano nel quartiere Zen, uno dei più degradati alla periferia occidentale della città. In particolare Guido Spina, 49 anni, ritenuto il responsabile della famiglia mafiosa, è accusato di avere tirato le fila di un vasto traffico di stupefacenti nel quartiere e di avere ordinato numerose estorsioni sia nei confronti di esercizi commerciali sia ai danni degli abitanti dei cosiddetti padiglioni dello Zen.
Nel corso delle investigazioni è emerso come l’abitazione/villa dello Spina, una vera e propria roccaforte, dotata di sofisticati sistemi di sicurezza, fungesse da vero e proprio supermercato della droga “all’ingrosso ed al dettaglio”: acquisto e vendita di grossi quantitativi di stupefacenti, cocaina ed hashish, compresa la preparazione, il taglio ed il confezionamento. Una perfetta catena di montaggio, dove tutto il nucleo familiare dello Spina, nel solco della più classica tradizione mafiosa palermitana – l’associazione si fonda sul vincolo di sangue, nel senso letterale del termine -, era coinvolto, compresi i minori della famiglia, spesso utilizzati quale “diversivo” per facilitare i viaggi, finalizzati all’approvigionamento di partite di droga e, comunque
La droga arrivava dalla Calabria. Cocaina che veniva spacciata a fiumi allo Zen. Il traffico di droga era in mano a Guido Spina. L’uomo nella sua villa bunker ripeteva di essere stato investito direttamente dai capimafia di un tempo. Il mafioso nelle intercettazioni chiamava i boss i «cristiani buoni».
Spina sapeva come fare contenti i residenti dello Zen, nel quartiere periferico di Palermo nel corso di una festa a sue spese ha invitato il suo cantante preferito, il neomelodico Gianni Vezzosi. Il cantante, molto noto nei quartieri popolari palermitani, quella sera ha cantato ai boss: «O killer», la storia di un sicario di mafia, e «Lettera a papà», la giornata di un detenuto. La cosca di Spina non si occupava solo dello spaccio di cocaina ma anche di imporre il pizzo ai commercianti, agli imprenditori e anche a chi occupava le case popolari nei padiglioni dello Zen: un «obolo» in cambio di acqua e pulizia. Spina, pluripregiudicato per droga e mafia, era agli arresti domiciliari per motivi di salute. Le microspie piazzate dagli uomini della Dia hanno però accertato che stava bene. Adesso Spina è in carcere al 416 bis.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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