(Meridiananotizie) Roma, 5 giugno 2012 – Razionalizzazione del modello di governance del gruppo Sviluppo Lazio eliminando duplicazioni e semplificando le modalità e i ruoli di interfaccia con la Regione, aggregazione delle attività di finanziamento e supporto allo sviluppo e all’innovazione delle imprese regionali in un’unica società operativa, progressiva razionalizzazione dell’organico e dei profili professionali, in coerenza con le missioni assegnate. Queste le linee guida di revisione dell’assetto societario «al fine di eliminare le sovrapposizioni, assicurare un maggiore controllo della spesa e incrementare l’efficacia delle attività» del gruppo Sviluppo Lazio presentate oggi dal capogruppo Udc alla Regione Lazio, Francesco Carducci, nel convegno “Proposta di revisione del modello di gestione del gruppo Sviluppo Lazio” organizzato dal Gruppo Consiliare Udc alla Pisana al Tempio di Adriano.
Secondo l’analisi presentata, il gruppo “Sviluppo Lazio” dispone di 295 dipendenti, di cui 13 dirigenti, suddivisi nelle varie società del gruppo. Rispetto alle attività da svolgere, l’analisi evidenzia che vi è una «netta prevalenza di profili di tipo amministrativo e back-office rispetto a professionalità di livello più alto »necessarie per svolgere le missioni affidate al gruppo a supporto della Regione. Per quanto riguarda le “ridondanze del modello operativo” nel portafoglio dei servizi offerti dalle società del gruppo Sviluppo Lazio vi sono «evidenti sovrapposizioni tra i diversi enti, in particolare tra Sviluppo Lazio, Filas e Bic e tra Bil e Unionfidi». Infine, rispetto ad altre Regioni che hanno società finanziarie regionali confrontabili con il gruppo Sviluppo Lazio, l’analisi evidenzia «un numero complessivo di dipendenti superiore del 50 per cento alla media nazionale, pari ad un dipendente ogni circa 1500 imprese attive e ogni 20mila residenti». Lo scenario proposto vedrebbe invece, quindi, Sviluppo Lazio come unica società finanziaria regionale, riducendo i costi di governance e ottenendo maggiore efficacia di gestione a breve-medio termine, concentrando risorse, una valutazione delle migliori modalità di agevolazione del credito (mantenimento di partecipazioni in una società tra Unionfidi e Bil con trasferimento di attività a Sviluppo Lazio), e il trasferimento di attività non-core a Regione Lazio e risorse in esuberi a Lazio Service. Presenti, tra gli altri, Aurelio Regina, presidente Confindustria Lazio, e Giancarlo Cremonesi, presidente Cciaa.
«Fino ad oggi si è abusato del lavoro e della buona volontà dei singoli assessori nel mandare avanti le situazioni complicate che si sono trovate all’inizio della legislatura – ha dichiarato il consigliere regionale Udc Pietro Sbardella – e si è sottovalutato il rischio che alcune di queste aziende si ritrovassero quasi impossibilitate a perseguire le missioni loro affidate. È vero che non poche aziende sono state chiuse, ma è giunta l’ora di verificare l’opportunità di chiuderne altre o comunque di riorganizzare quelle esistenti prima di crearne di nuove. Tutto questo richiede che le forze politiche si assumano la responsabilità di un confronto serio e costruttivo per soluzioni condivise e soprattutto comprensibili ai cittadini del Lazio. Nel frattempo agli amministratori delle aziende regionali si chiede un impegno straordinario sul fronte della trasparenza, del contenimento della spesa, e della selezione del management, con la consapevolezza che in passato su questi fronti c’è stato più di un cedimento e qualche atto di prepotenza di troppo. In sintesi l’Udc propone una ricetta semplice con cinque ingredienti: più strategia, più condivisione, più trasparenza, meno improvvisazione, meno prepotenza».
Il servizio di Andrea Fiorilli
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