(Meridiananotizie) Roma, 7 giugno 2012 – Io che non sono per niente un ‘ratzingerianò provo un sentimento di fraternità
nei confronti del Papa per le sofferenze di questi giorni. Forse in questa vicenda mancato quel principio di laicit
affermato nel Vangelo. La laicità
dovrebbe essere una virtùdella Chiesa». Lo ha detto Nichi Vendola, coordinatore nazionale di SEL, durante la presentazione del libro di Gianni Di Santo «La messa non è finita. Il vangelo di don Tonino Bello». Vendola ha parlato con commozione del suo legame con il vescovo di Molfetta scomparso nel 1993 e ora in odor di santità. “Perdonami se non ti ho mai chiesto se leggi fedelmente il Corano.
La messa non è finita vuole essere un racconto sulla figura di don Tonino Bello che dedica la sua esistenza agli immigrati, tossicodipendenti, ex detenuti. un vescovo che incontra sui marciapiedi un’umanità dolente e indifesa, che accoglie in episcopio i bisognosi e manifesta con chi ha perso il lavoro, ma anche un uomo innamorato della Parola di Dio. E il 12 dicembre 1992 – pur provato da un cancro che di lì a poco lo porterà via – marcia per le strade di una Sarajevo assediata insieme a cinquecento persone, facendo tacere le armi. Con l’aiuto di Domenico Amato, che sta portando avanti la causa di beatificazione apertasi nel 2007, Gianni Di Santo ne ripercorre i passi e dà sostanza a una santità che tutti gli riconoscevano in vita e che si auspica, anche grazie al riconoscimento dei miracoli a lui attribuiti, ottenga presto il suggello della Chiesa.
Il servizio di Leonardo Cerquiglini
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