(Meridiananotizie) Roma, 4 luglio 2012 – “Ho un annuncio da fare”, esordisce Sabatini, “Abbiamo comprato??”, ribatte un giornalista. Il ds risponde in modo ironico alla domanda (“Tre pacchetti di sigarette”), poi prosegue: “L’annuncio è questo, io non potrò fumare. Zeman me lo ha sconsigliato, sta cercando di non farmi fumare, ma fumerò”
Un anno fa non c’erano obiettivi, e nemmeno nei mesi successivi. Oggi ci sono degli obiettivi minimi da raggiungere?
C’è un abitudine della stampa di tirare una riga e fare i conti. Voi operate e agite a preventivo e a consuntivo. Non lo dico in maniera polemica, ma voi fate il consuntivo. Ora c’è un nuovo preventivo che presuppone la ricerca di un nuovo consuntivo. Noi in realtà, e sono coerente con quello che ho detto l’anno scorso, siamo dentro un percorso. Non è che finita una stagione abbiamo bollito un allenatore che non ha fatto una classifica consona ai valori che esprimeva la squadra, naturalmente non per colpa sua, ma per colpa nostra, mia in particolare. Strada facendo però la Roma ha raggiunto vertici, espressioni di gioco intriganti, importanti: abbiamo finito il girone d’andata a 31 punti. Una quota totale di 62 punti ci avrebbe permesso di raggiungere la Champions. Per noi è stata una premessa di lavoro. Poi nel giorne di ritorno c’è stata una flessione di cui non abbiamo saputo spiegarci i motivi: credo sia successo perchè non siamo riusciti a coagulare intorno alla squadra un’idea positiva di noi stessi, in sintonia con i reali valori. Ma questo step l’avevamo messo in preventivo: ora stiamo andando avanti, ci sentiamo ancora dentro un percorso che era stato da me annunciato lo scorso anno. Avevo detto che la Roma sarebbe cambiata e l’avrebbe fatto nel tempo, Zeman stesso e i nuovi giocatori ne fanno e ne faranno parte. Noi ci siamo dentro, voi fate un consuntivo: “Annata fallimentare”, ma noi non siamo dentro al vostro consuntivo. L’obiettivo minimo? Avendo affidato questa squadra a un conduttore straordinario, e che ribadisco subito non abbiamo preso per farci ‘lo scudo spaziale’, ma per noi è stata una semplice e pura scelta tecnica. Zeman nell’idea di calcio coincide con quello che abbiamo sempre voluto: una Roma che io ho definito ‘arrogante’, una Roma che determina, che cerca sempre il risultato con i giusti mezzi e nella maniera più equilibrata. L’allenatore mi sta rigenerando: gli dico ‘Sdengo, sono un po’ preoccupato per la difesa’, lui mi risponde: ‘Non ti preoccupare, attaccheremo’. Questo ci rigenera. Voi vi aspettate operazioni di mercato per ogni reparto arroganti: faremo del nostro meglio. L’obiettivo è di essere la Roma, e non è retorica: vogliamo una Roma forte, che attacchi, che porti i nostri pregiatissimi attaccanti a fare 70 gol. Vogliamo divertirci, vincendo anche qualche partita.
Arriverà il top player?
Questo è un neologismo calcistico. Ma chi è il top player? E’ una definizione calcistica opportuna, accettabile. Ma lo scorso anno il Milan ha preso Nocerino ad esempio, che a me piaceva molto, ha giocato da top player, ma non è stato definito un top player, anzi sembrava un reietto. Oggi potremmo assimilarlo tra i top player. Noi vogliamo prendere ottimi calciatori e lo faremo. La campagna acquisti è appena cominciata: faremo tutto quello che vogliamo fare in sintonia con Zeman, che, ribadisco, non agisce da scudo per la Roma. Quando leggo che ‘Zeman si accontenta’ mi preoccupo per lui, perchè qualcuno gli manca di rispetto. Non è venuto qui per fare il tappabuchi, ma l’allenatore della Roma. E’ stata una scelta tecnica precisa, sofferta: abbiamo avuto il coraggiod i ripristinare al grande calcio un allenatore che negli ultimi anni non ha avuto particolare fortuna. Poi l’impresa di Pescara, con la squadra che stravinceva su ogni campo, sicuramente ha influito. Lui ci sta aiutando con il suo carisma, la gente si fida del suo operato.
Il top player è semplicemente un giocatore utile?
Ma non apprezzo questa definizione. E’ una definizione calcistica assorbita dalla stampa. Ma è riduttiva. E’ una cosa che devo confutare: il top player è sulla carta, è un territorio minato, pericoloso. Molti top player hanno fatto panchina per anni. Noi stiamo cercando di prendere ottimi calciatori.
Di quanti rinforzi ha bisogno questa squadra? Gli obiettivi quali sono?
Naturalmente pensiamo alla Champions ma non posso additarlo come nostro obiettivo. Ora l’obiettivo è avere una squadra forte, che vada a Milano o altrove e che determini, che vinca possibilmente. Che sia una squadra, soprattutto. Lo scorso anno, e lo dico tenendo fuori l’allenatore, a volte non è successo. Sul mercato ci saranno un paio di giocatori presi da me, per mio vizio atavico, ma per il resto faremo tutto con Sdengo, che sa quello che vuole. Sto parlando di caratteristiche, non da giocatori. Certamente costruiremo qualcosa di importante.
Nomi di mercato: quelli già noti o altri più roboanti?
Castan non è stato ancora perfezionato ma è molto probabile. I tifosi si possono aspettare un nome più roboante, magari non nell’immediato. Castan non è un’operazione ancora definita, basterebbe poco per farla saltare come ogni affare nel calcio. Non dico che sarà il prossimo Thiago Silva, ma è efficace, serio, mancino, dominante, importante in un reparto, ma stasera gioca la finale di Libertadores, un evento di portata sociale che mobilita milioni di persone. Ad esempio perchè Pique, che ha giocato una finale di Champions, è top player e Castan che sta giocando in finale di Libertadores no? Perchè Castan dev’essere definito una pallida riserva della Roma? La Champions League rende i giocatori top player e la Libertadores no? Fatto salvo che io dico che Castan non è un top player ma un ottimo giocatore. Su Bradley c’è un lavoro ben avviato: non è un’operazione di marketing, come ho sentito dire. Lui è un giocatore pragmatico, sicuro, sa giocare, sa voler vincere. Qualora l’operazione andasse in porto ne andrei orgoglioso. Tachtsidis? Devo ammettere che è una richiesta dell’allenatore, che mi ha detto ‘Io prendo questo ragazzo e lo trasformo in un campione’: ha grandi piedi, una buona visione di gioco, è abile nel gioco aereo ma ha una piccola lentezza che Zeman vuole trasformare in velocità. Il numero di centrocampisti è già competitivo. Quelli che io considero forti giocatori della Roma lo scorso anno sono stati un po’ delegittimati: ve lo dico per nostro orgoglio, noi non abbiamo giocatori scarsi. Pjanic e Lamela sono reietti? Se l’argentino sarà una buca lascerò la Roma, mi gioco la mia credibilità col calcio in generale. Ma vi segnalo che ha fatto 30 partite e mi è dispiaciuto che in un momento di totale depressione dell’ambiente ha fatto 3 eurogol. Anche il vituperato Osvaldo è fortissimo.
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