(Meridiananotizie) Roma, 10 settembre 2012 – “Tamburini sardi, duri e testardi” con questi slogan centinaia gli operai dell’Alcoa si sono radunati a Roma il giorno in cui si decide il futuro dell’azienda in un vertice al ministero dello sviluppo economico tra l‘azienda, i sindacati, la regione Sardegna e il ministro Corrado Passera e per chiarire se esistano o meno acquirenti disposti a salvare la fabbrica di Portovesme nel Sulcis. Diversi i pullman a piazza della Repubblica giunti direttamente da Civitavecchia, dove la loro nave è approdata all’alba per cercare risposte e trovare speranze.
Numerosi i momenti di tensione tra le forze dell’ordine, asserragliate alla testa del corteo, e gli operai che cantavano l’inno della Brigata Sassari, battevano i caschi a terra e lanciavano petardi; all’arrivo in Via Molise protetta da ingenti misure di sicurezza con la chiusura di tutti gli accessi alla strada, un manifestante è rimasto ferito dal lancio di una bomba carta. I lavoratori si sentono “disperati”, ma anche “scomparsi”, preoccupati per il futuro della loro vita e delle loro famiglie. Così Franco Bardi, segretario provinciale Fiom Cgil di Carbonia Iglesias. Così Oliviero Diliberto Segretario dei comunisti italiani. A prendere parte alla manifestazione anche Raffaele Bonanni leader della Cisl.
Si prospetta a questo punto per l’azienda la possibilità di trattare con la svizzera Klesch, accordo che potrò essere definitivamente raggiunto con un serio lavoro istituzionale. Intanto gli operai sardi continuano a portare in testa il loro casco e a lottare pacificamente fino alla fine perché come c’è scritto nelle loro magliette sono: disposti a tutto.
Il servizio di Luisa Deiola.
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