(Meridiananotizie) Roma, 7 settembre 2012 – Continuano a migliorare le prospettive in termini di sopravvivenza e qualità di vita per i pazienti con tumore del colon-retto in fase avanzata, grazie agli avanzamenti della ricerca e all’introduzione delle terapie biologiche, come bevacizumab. Sull’evoluzione delle strategie di trattamento e sulle prospettive future hanno discusso in conferenza stampa i massimi esperti di una neoplasia che, fino a poco tempo fa, lasciava poche speranze.
Nonostante i miglioramenti derivanti dalla pratica dello screening, “il tumore del colon-retto è uno dei più frequenti nel mondo occidentale”, ha sottolineato Carlo Barone, Professore di Oncologia Medica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Con l’avvento dei farmaci biologici, come bevacizumab, integrati alla chemioterapia, i pazienti hanno visto un allungamento progressivo del loro tempo di vita. Per Alfredo Falcone, Professore associato di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina dell’Università di Pisa, “oggi con trattamenti intensivi è possibile indurre una regressione della malattia, in modo da rendere possibile un intervento chirurgico successivo e, in alcuni casi, può portare alla guarigione o a sopravvivenze prolungate”.
Altro importante obiettivo ora raggiungibile è la possibilità di convivere nel tempo con la neoplasia senza peggiorare la qualità di vita del paziente. “La chemioterapia tende a distruggere le cellule e quindi a ridurre la massa tumorale”, ha sottolineato Alberto Sobrero, Responsabile della Divisione di Oncologia Medica dell’Ospedale San Martino di Genova. Bevacizumab rappresenta dunque una valida opzione terapeutica come terapia di mantenimento per i pazienti con tumore del colon-retto metastatico.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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