(Meridiananotizie) Roma, 3 ottobre 2012 – Ridurre Traffico e smog. Aumentare il verde pubblico. Potenziare la raccolta differenziata. Avere libero accesso al mare. Aumentare la qualità di asili nido e assistenza agli anziani. Riconoscere famiglie di fatto. Istituire un registro comunale dei testamenti biologici. Ridurre i costi della politica. Ci sono tre mesi di tempo per raccogliere le 50mila firme necessarie a indire gli otto referendum promossi da Roma Sì Muove, per trasformare la Capitale in una città migliore e democratica, come emerge dalle parole del leader dei Radicali Marco Pannella: “Il problema di questa antidemocrazia è che loro stessi vanno a sbattere e ci portano a sbattere perché non sono capaci di rispettare nessuna norma. È il caso di corrotti ladri di legalità. È giusto che sia dalle carceri che la resistenza a questo regime peggiore di quello infame fascista parta. Dire ai cittadini che continuano a fregarli, continuano ad impedirgli di scegliere i propri comportamenti. È il regno della menzogna”.
Un gruppo trasversale di cittadini con esperienze diverse nella politica, nella cultura, nella scienza e nella ricerca, nell’ambiente e nel sociale. Questo è Roma Sì Muove, che non a caso ha scelto la strada antistante il Carcere Regina Coeli per promuovere la propria raccolta firme come spiegato dall’esponente Psi, Bobo Craxi: “Assieme a quella del lavoro anche la giustizia è un’emergenza nel nostro Paese. Non c’è Paese civile senza una giustizia che funzioni. Non c’è Paese civile senza il rispetto dei cittadini. L’Italia può essere e dovrà essere un Paese moderno, certamente mettendo a posto i suoi conti pubblici, tagliando i costi della democrazia quando sono superflui e inutili, ma anche riformando la giustizia e spingendo verso un’amnistia per i detenuti”.
A porre l’accento sul malfunzionamento della giustizia italiana e sulle disumane condizioni delle carceri la deputata radicale, Rita Bernardini: “Stiamo unendo un’iniziativa civile che riguarda la città di Roma con la nostra battaglia per la giustizia che non riguarda solamente il carcere ma riguarda proprio la giustizia che non funziona in Italia. Non funziona la giustizia civile, non funziona la giustizia penale, e lo Stato si comporta violando tutte le leggi per quel che riguarda le persone detenute”. Tra i firmatari dei referendum il regista Marco Bellocchio, che ha affrontato il delicato tema dell’eutanasia nel suo ultimo film, Bella Addormentata: “L’Italia è un Paese dove la giustizia è disprezzata. In questo senso in questi mesi ho sempre espresso la mia ammirazione per Peppino Englaro che ha lottato in nome della giustizia”.
Il servizio di Andrea Fiorilli
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