(Meridiananotizie) Roma, 20 novembre 2012 – L’allarme arriva dai pazienti trapiantati italiani e dai medici della rete trapiantologica: il passaggio non controllato dai farmaci originali ai farmaci generici per la terapia immunosoppressiva post-trapianto mette a rischio la salute di pazienti “fragili” come i pazienti trapiantati, che possono andare incontro a rigetto e alla perdita d’organo.
“In questo particolare ambito terapeutico, la sostituzione di un farmaco originale con un generico, o quella di un generico con un altro generico, deve essere prescritta da un medico esperto del trapianto e valutata nel suo rapporto rischio/beneficio poiche’ ogni sostituzione deve essere seguita da controlli dei livelli plasmatici del farmaco e sostituzioni ripetute e consecutive devono assolutamente essere evitate”, ha sottolineato Pasquale Berloco, Presidente della Societa’ Italiana Trapianti d’Organo.Per i pazienti trapiantati i farmaci immunosoppressori hanno un ruolo salvavita.
Da oltre un anno nei prontuari terapeutici sono stati introdotti i farmaci immunosoppressori equivalenti, la cui efficacia e sicurezza sono in generale garantite da normative che ne disciplinano l’immissione in commercio. Ma in alcune situazioni particolari l’uso dei generici comporta dei rischi. “La sostituzione di alcuni farmaci immunosoppressori con un equivalente presenta rischi oggettivi e specifici nella terapia post-trapianto” ha dichiarato Anna Maria Bernasconi, presidente Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto.
I buoni risultati che negli anni i trapiantologi italiani hanno ottenuto derivano anche dal rigore e dall’attenzione poste alla somministrazione della terapia immunosoppressiva, cioè dagli sforzi fatti per ottenere la maggiore efficacia terapeutica con il minimo degli effetti collaterali”, ha sottolineato Silvio Sandrini, Responsabile Centro Trapianti Rene, Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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