(Meridiananotizie) Roma, 20 febbraio 2013 – “Dalla Bosnia alla Somalia, dalla Sierra Leone al Congo così come in Ruanda e in Libia, la violenza sessuale è stata usata per atterrire e distruggere intere comunità e sottomettere donne, ragazze, ma anche uomini e bambini, alla schiavitù sessuale e al lavoro forzato. Purtroppo ciò avviene tragicamente anche oggi in Siria, mentre le Organizzazioni internazionali indicano la violenza sessuale come una delle principali ragioni di fuga dei rifugiati”. Con queste parole l’ambasciatore britannico in Italia Christopher Prentice ha aperto il dibattito ‘Fermiamo la violenza sessuale come arma di guerra!’. L’incontro, organizzato per far conoscere questo fenomeno anche nel nostro Paese, trae spunto dall’iniziativa ‘Preventing Sexual Violence in Conflict Areas’ lanciata dal Ministro degli Esteri William Hague nell’ambito del mandato britannico di presidenza del G8 del 2013. Sotto il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), la campagna ha lo scopo di porre l’attenzione internazionale sul drammatico crescendo di violenze sessuali nelle aree di conflitto, una violenza che colpisce indiscriminatamente donne, bambini e uomini, lasciando sulle vittime atroci traumi fisici e psichici.
“La violenza sessuale viene oggi riconosciuta come una forma di tortura e persecuzione, come crimine contro l’umanità e di guerra. Essa ha ripercussioni sia per la singola persona sia per la comunità e ritarda i processi di pacificazione, ha spiegato Francesca Paltenghi, rappresentante dell’UNHCR. Lanciata dal ministro Hauge a Londra, lo scorso 29 maggio alla presenza di Angelina Jolie, la campagna mira, dunque, a sostituire la cultura dell’impunità con una cultura di deterrenza aumentando il numero di autori di violenze sessuali assicurati alla giustizia a livello nazionale ed internazionale, rafforzando l’impegno e il coordinamento internazionale per la prevenzione e la condanna delle violenze e aiutando gli Stati interessati a sviluppare capacità necessarie ad affrontare il fenomeno. Presenti al dibattito, oltre ai rappresentanti di Donne in Rete, Avvocati Senza Frontiere e del Ministero degli Esteri italiano, anche Alessandra Servidori, Consigliera Nazionale di Parità, e Nicoletta Dentico di ‘Se non ora quando’.
Il servizio di Antonella D’Angelo
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