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Il destino dei servizi e dei lavoratori è legato al decreto di privatizzazione. Inoltre, al momento ci sono 4 mila persone che al 31 dicembre rischiano di trovarsi disoccupate.
(MeridianaNotizie) Roma, 15 luglio 2013 – Una trentina di lavoratori della Croce Rossa italiana, armati di fischietti e trombette, ha partecipato alla manifestazione indetta dall’Usb davanti il ministero della Salute, per protestare contro la privatizzazione dell’Associazione. L’attuazione del decreto n.178 del 2012, che sarà ratificato dal 1° gennaio 2014, non specifica nulla riguardo al trattamento e alla tutela per i quattromila lavoratori facenti parte della Croce Rossa. “Ci aspettiamo risposte concrete altrimenti a settembre proclameremo lo sciopero generale della Croce Rossa. Il destino dei servizi e dei lavoratori è legato al decreto di privatizzazione. Fosse per noi andrebbe gettato nel cestino. Al momento ci sono 4 mila persone che al 31 dicembre rischiano di trovarsi disoccupate”, ha dichiarato il coordinatore nazionale Massimiliano Gesmini.
Durante la protesta una delegazione dell’Usb, guidata da Gesmini, è stata ricevuta da alcuni dirigenti del ministero della Salute, ai quali è stato chiesto di riavviare una discussione sul versante occupazionale e di far sì che il ministro Lorenzin si ponga come portavoce con il Governo affinché si agisca in fretta sulla questione. Alla fine dell’incontro si è appreso che il ministero della Salute organizzerà dei tavoli formali di responsabilità con i sindacati per salvaguardare i posti di lavoro. Inoltre, verrà valutata attentamente la possibilità di rimettere in discussione il decreto legislativo che sancisce la definitiva scomparsa dell’ente pubblico Cri e la sua successiva privatizzazione.
Il servizio di Antonella D’Angelo
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