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Ha vinto il progetto migliore, il dossier migliore, la candidatura più credibile da un punto di sostenibilità, affidabilità economica e compattezza tecnica»: questo il commento del presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della votazione al Cio di Tokyo quale sede dei Giochi olimpici 2020
(MeridianaNotizie) Roma, 9 settembre 2013 – Saranno a Tokyo le Olimpiadi del 2020. Lo ha annunciato oggi il Comitato olimpico internazionale a Buenos Aires. Alla votazione del Cio a Buenos Aires la capitale giapponese si è imposta su Istanbul (60 voti a 39), l’altra città rimasta in lizza dopo l’eliminazione di Madrid al primo turno. Anche se i punti di forza della candidatura nipponica sono tanti, ad aver sedotto i delegati del Cio è stato probabilmente l”intero progetto di “Tokyo 2020”, organizzato in modo molto compatto. Secondo i meticolosi piani giapponesi, i Giochi si svolgeranno nel raggio di pochi chilometri della città, che ha 9 milioni di abitanti (13 milioni nell”area metropolitana). Almeno sulla carta, non c”è quindi alcuna dispersione nè spazi per sbavature organizzative. Senza dimenticare poi il “fattore sicurezzà e l”importanza data da Tokyo all”innovazione e lo sviluppo tecnologico a sostegno dello sport. La carta della tecno-efficienza evidentemente ha funzionato. Ma quella incassata a Buenos Aires è per il Giappone un trionfo che ha un significato più profondo, ben al di là dei confini dello sport. Per mesi, Tokyo ha dovuto fare i conti con il dramma nel 2011 di Fukushima, la centrale nucleare non molto lontana (250 km) dalla capitale. E infatti, anche in Argentina, la delegazione nipponica ha più volte dovuto ricordare – alla stampa e ai tanti critici – che non ci sono ragioni di allarme e che le radiazioni presenti in città «non sono diverse a quelle di Londra, New York o Parigi. Il resto – hanno più volte detto i giapponesi – sono solo chiacchiere». Infatti, si afferma ora nella delegazione e a Tokyo, è il momento di dire basta a “rumors” avvelenati e notizie false. L”importante è guardare al futuro. La megalopoli asiatica potrà quindi utilizzare il lungo cammino verso i Giochi del 2020 come già fece in occasione del “64, quando l”intero paese seppe approfittare al meglio delle Olimpiadi per rilanciarsi e archiviare per sempre l”orrore della Seconda guerra mondiale. «Ce l”abbiamo fatta, Tokyo ospiterà le Olimpiadi del 2020. La notte sta finendo nel migliore dei modi in Giappone». Questo il commento del premier nipponico, Shinzo Abe, affidato a un “cinguettio” su Twitter, a stretto giro dalla decisione presa dall”assemblea dei Cio tenutasi a Buenos Aires.
«Ha vinto il progetto migliore, il dossier migliore, la candidatura più credibile da un punto di sostenibilità, affidabilità economica e compattezza tecnica»: questo il commento del presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della votazione al Cio di Tokyo quale sede dei Giochi olimpici 2020. «Tutti dicevano che Tokyo era la favorita. Essere riusciti a mantenere questo ruolo fino al successo finale rappresenta una doppia vittoria perchè in questi contesti non sempre i favoriti vincono. Complimenti al Giappone e alla sua tenacia, ma anche Madrid e Istanbul meritano – sottolinea Malagò – un plauso per averci creduto fino in fondo ed aver sperato di poter ribaltare una situazione che le vedeva in rimonta dal primo momento. «Mi ha veramente impressionato la qualità della loro presentazione e la forza del loro dossier a supporto della candidatura. A questo punto, indipendentemente da quello che succederà per i Giochi Invernali del 2022 per i quali non esistono ancora candidature ufficiali, credo – ha aggiunto Malagò – che l”Europa possa tornare protagonista nel 2024 visto che nel 2016 si va in America e nel 2020 in Asia». «Roma? Ogni discorso è del tutto prematuro. Ne parleremo al ritorno in Italia, ovviamente a cominciare dal governo e dal sindaco Marino, ma conoscete tutti le mie idee e i miei sogni», ha concluso Malagò.Tokyo dunque, dopo il 1964, si riaggiudica le Olimpiadi estive del 2020 e festeggia al grido di “banzai, banzai, banzai”, sinonimo di vittoria. Il presidente del Cio, Jacques Rogge, non ha ancora finito di leggere il responso del voto dell”assemblea riunita a Buenos Aires che, nella Tosho Hall della Camera di Commercio nipponica nel cuore finanziario della capitale nipponica, scelta come quartier generale dal Comitato promotore Tokyo 2020, parte l”urlo liberatorio e la standing ovation.
La tensione evapora e i circa mille presenti, includendo giornalisti e ospiti invitati dal Comitato promotore di Tokyo 2020, cominciano a respirare nell”auditorium dove è stata trasmessa sul maxi schermo la cerimonia argentina. Uno dei conduttori della lunga maratona tv sale sul palco e richiama l”attenzione: è il momento giusto per festeggiare tutti insieme col “banzaì, ripetuto tre volte all”unisono sollevando e abbassando il braccio destro. «Congratulazioni a Tokyo e anche al lavoro fatto da Istanbul e Madrid, arigatou (grazie, ndr)», dice in un breve saluto il vicegovernatore metropolitano di Tokyo, Toshiyuki Akiyama, mentre in sala si moltiplicavano di occhi lucidi. Ancora applausi, lacrime e poi tutti all”ottavo piano per dare il via alla festa. Per la Spagna è una sconfitta durissima. La capitale aveva infatti già perso la corsa per le Olimpiadi sia del 2012 (vinse Londra) sia del 2016 (Rio de Janeiro). Si tratta quindi della terza sconfitta di fila. Sorpresa invece per Istanbul, considerata da tanti come la più debole delle candidate.
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