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Il codice per la costruzione degli edifici raccomandava l’utilizzo di una rete di legno all’interno della parete in muratura
(MeridianaNotizie) Roma, 4 settembre 2013 – Di solito si consiglia di non voltarsi mai indietro per andare avanti. Eppure sembra che in tema di prevenzione dei terremoti da oggi si dovrà guardare al passato. Alcuni test sviluppati nel laboratorio di prove meccaniche dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr di San Michele all’Adige, dimostrerebbero infatti l’efficacia del sistema costruttivo redatto dai Borboni, dopo il catastrofico terremoto che nel 1783 distrusse gran parte della Calabria meridionale contando 30mila vittime.
Il codice per la costruzione degli edifici raccomandava l’utilizzo di una rete di legno all’interno della parete in muratura. L’efficacia di questo sistema costruttivo si dimostrò durante i successivi eventi tellurici che colpirono nuovamente la Calabria, nel 1905 e nel 1908 (circa nove gradi di intensità sulla scala Mercalli, magnitudo 6.9 sulla scala Richter): danni non significativi con limitate porzioni di muratura collassate e in nessun caso crolli totali. Allo stesso modo si comportò anche il palazzo del Vescovo di Mileto, ricostruito dopo il 1783 adottando gli accorgimenti antisismici contenuti nel regolamento borbonico. Per le prove è stata ricostruita una parete con inserti in legno e sono stati imposti alla sezione una serie di spostamenti alternati nelle due direzioni via via crescenti, così da simulare il comportamento alle azioni sismiche, anche le più importanti, della parete intelaiata.
La parete ha mostrato un eccellente comportamento antisismico, evidenziando una buona duttilità garantita dal riempimento interno dei telai – con qualche piccola espulsione di muratura – mentre gli stessi telai di legno (sia le aste sia i nodi) sono rimasti quasi completamente integri. L’esito del test ha dimostrato che un sistema costruttivo ideato a fine Settecento come quello borbonico è in grado di resistere a eventi sismici di una certa rilevanza e che questa tecnologia, una volta compiuti i dovuti approfondimenti e adottando sistemi di connessioni innovativi, spiegano dal Cnr, potrebbe essere favorevolmente applicata a edifici moderni garantendone stabilità e dando sicurezza alle persone che li abitano. Il servizio di Cristina Pantaleoni