I budget modesti di questi anni non sono più sostenibili. Fare il Festival a ogni costo pur di farlo, magari riducendo ospiti e giornate non è accettabile. O si va avanti migliorando o ci si ferma”. Ma la speranza rimane, “magari è solo una pausa di riflessione”
(MeridianaNotizie) Roma, 17 ottobre 2013 – Il festival del giornalismo di Perugia è arrivato al capolinea, almeno per ora: “Non ci sono soldi, meglio fermarsi che farlo al ribasso“. Ad annunciarlo Arianna Ciccone, l’organizzatrice, con un post sul sito ufficiale dell’evento Giunto alla VI edizione, il Festival è stato il più importante evento giornalistico italiano degli ultimi anni e aveva ormai raggiunto un valore europeo e mondiale, mentre il budget si riduceva. Un evento che ha raggiunto il top (“Stop at the top”, scrivono oggi i due organizzatori) lo scorso aprile, con una quattro giorni che ha fatto registrare numeri da brivido: migliaia di partecipanti, 200 eventi, 500 relatori, 1500 i giornalisti accreditati, 30 workshop, 120mila visite al sito internet, con più di 50mila tweet in 5 giorni. Un successo che non si poteva replicare con pochi soldi.
Festival del Giornalismo di Perugia – La storia : Il Festival Internazionale del Giornalismo nasce nel 2006 a Perugia grazie a Arianna Ciccone e Christopher Potter, con lo scopo di parlare di giornalismo, informazione, libertà di stampa e democrazia. Il modello è innovativo, nato dal basso poiché non ci sono comitati scientifici, né direttori artistici: chi ha idee, proposte, contenuti da proporre può farlo, il festival nasce anche dall’incontro di queste idee. Si tratta quindi di un evento in cui i protagonisti dell’informazione provenienti da tutto il mondo si incontrano per alcuni giorni con i cittadini, i lettori, gli studenti, i professionisti, in un flusso continuo di idee, scambi, confronti. Il festival è la prima manifestazione in Italia interamente dedicata al mondo dell’informazione L’avventura di Arianna Ciccone e Christopher Potter inizia nel 2006, con la prima edizione nel 2007: fu organizzata con 80mila euro, ricorda Ciccone. Un’idea nata per caso: “L’idea mi venne in giardino – scrive la Ciccone – e andai in giro con il mio foglietto A4 e il format di un evento sull’informazione che è esattamente il Festival che oggi tutti conoscete. Cercavamo sostegni istituzionali e finanziatori. Non è stato affatto facile”.
Ma la risposta del pubblico fu immediata e di successo, e continuò a crescere negli anni. Fino ai record del 2013. Che hanno convinto la Ciccone e Potter a mettere un punto fermo: “Ci sono momenti in cui capisci che ti devi fermare. Che la vera forza, il vero coraggio è dire: grazie, ma no. È quello che è successo a me e a Chris con il Festival, una parte molto importante della nostra vita”. Ma “il Festival deve continuare a crescere, a essere innovativo, a migliorare. I budget modesti di questi anni non sono più sostenibili. Fare il Festival a ogni costo pur di farlo, magari riducendo ospiti e giornate non è accettabile. O si va avanti migliorando o ci si ferma”. Ma la speranza rimane, “magari è solo una pausa di riflessione”: “Se le condizioni si ripresenteranno e saranno quelle giuste per realizzare una nuova edizione degna della storia del Festival, saremo pronti a ripartire. Ma oggi è il momento di dire no”. Stop al festival, ma non a quello che gli organizzatori chiamano “laboratorio di pensiero”: per questo il sito andrà avanti, continuando “a lavorare, aggregare, produrre contenuti”. Non un addio, ma “un saluto di cuore verso tutte quelle persone che, negli anni, abbiamo imparato a conoscere, rispettare e amare”. Appuntamento sul web, aspettando una nuova occasione.
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